Se studi e ricerche recenti hanno ampiamente dimostrato che una dieta ad alto contenuto di grassi è decisamente dannosa per la salute, non era ancora stato così chiaramente stabilito quanto questo effetto fosse rapido.
Per sperimentare questa ipotesi i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti sui topi da laboratorio.
32 animali sono stati alimentati, per un periodo di due mesi con una dieta a basso contenuto di grassi (7,5%). Nello stesso tempo erano sottoposti ad una serie di esercizi che monitoravano la salute fisica e quella mentale.
I primi erano attuati grazie alla classica ruota entro la quale i topolini corrono, mentre gli esperimenti sugli effetti cognitivi sono stati realizzati approntando un labirinto costituito da una serie di percorsi differenti con premio all’arrivo, latte condensato dolce.
L’obiettivo del secondo esperimento era quello di verificare quanto i topi fossero in grado di utilizzare il proprio processo cognitivo per raggiungere la meta finale.
In una seconda fase, metà dei topi sono stati sottoposti ad una dieta ricca di grassi, (55%) mentre gli altri sono stati tenuti allo stesso regime dietetico di prima.
Al quinto giorno dalla variazione alimentare già i topi nutriti con la dieta ricca di grassi sono risultati essere del 30% meno performanti alla ruota, ed al nono giorno la percentuale è salita al 50%.
Nel percorrere il labirinto, questi topi sono risultati più lenti ed hanno rivelato una serie di errori in più nel trovare la strada.
I ricercatori sono rimasti colpiti da quanto fosse veloce il calo delle prestazioni provocato dalla dieta ricca di grassi.
Analizzando più a fondo la questione hanno scoperto che nelle cellule muscolari dei topi si riscontrava un aumento dei livelli di una proteina, proteina disaccoppiante 3 (UCP3), che rende le cellule meno efficienti nell’utilizzo dell’ossigeno obbligando il cuore a lavorare di più e ad aumentare di dimensioni.
Per quanto riguarda l’aspetto delle prestazioni cognitive, i ricercatori puntano il dito sul fatto che i cibi grassi possono provocare insulino-resistenza, che ha come conseguenza il fatto che l’organismo diventa meno efficiente nell’utilizzare il glucosio e gli zuccheri del sangue, importanti fattori di stimolo e di sostegno delle funzioni cerebrali.
I ricercatori hanno anche eseguito analoghi studi con diete ad alto contenuto di grassi sull’uomo, utilizzando giovani sani sottoposti ad esercizi fisici e prove cognitive: sebbene i risultati non siano ancora noti sembra che l’andamento nell’uomo sia pressochè analogo a quello sperimentato sui topi da laboratorio.