Amianto di Broni continua a fare vittime

di Redazione

Uno dei materiali più pericolosi mai scoperti ed utilizzati dall’uomo è, senza ombra di dubbio alcuno, l’asbesto o amianto che, sino alla messa al bando, avvenuta soltanto nel 1992, è stato profusamente utilizzato, per almeno 50 anni, in tutte le più disparate aree del settore edilizio nonché tessile.

Il fatto che l’amianto sia, infatti, una materiale estremamente duttile, economico, facilmente reperibile e, soprattutto, ignifugo, lo rendeva utile ed ideale ai più diversi scopi quali:

– coibentazione di edifici privati e pubblici

– realizzazione di opere di copertura di edifici privati e pubblici

– realizzazione di canne fumarie, di corde, di vernici, di parti meccaniche di automobili

– realizzazione di tute e abbigliamento lavorativo ignifugo

Troppo tardi, sebbene la Germania dell’Est, già nel 1943, avesse cominciato a descrivere la tossicità del succitato materiale, si scoprì la pericolosità dell’amianto ed il suo effetto cancerogeno.

ASBESTOSI

Troppo tardi, dunque, si pensò all’elaborazione di una legge che ne proibisse l’utilizzo e ne favorisse un corretto smaltimento e, ancora oggi, possiamo assistere, in molte località, alla rimozione dell’amianto dai tetti delle abitazioni o dai pavimenti delle scuole.

La situazione peggiore, però, come dimostrato da una recente inchiesta portata avanti da La Repubblica, si rileva a Broni, comune pavese seda della Fibronit (maggiore azienda italiana produttrice di Eternit, ovvero il nome commerciale dato alla miscela di cemento-amianto), città nella quale, ancora oggi e a distanza di moltissimi anni dalla chiusura, a causa del mancato smantellamento dell’industria, continuano a morire circa 40 persone ogni anno per mesotelioma o problemi respiratori connessi all’asbesto.

LA FABBRICA VELENOSA CHE UCCIDE COME UNA BOMBA AD OROLOGERIA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>