Un europeo su quattro è stressato. Lavoro e stress, in altri termini, costituiscono una sorta di binomio indissolubile. Camminano sempre in coppia. L’impiego comporta un alto grado di tensione, con un costo annuo di 25 miliardi di euro all’interno del continente ‘vecchio’. A diramare questi dati è il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, stando al quale sono dunque obbligatorie alcune “politiche di prevenzione di alta qualità”.
Gli psicologi, dunque, sostengono che più della metà delle giornate lavorative perse sono dovute al fortissimo grado stress. Per sette lavoratori italiani su dieci le cause più comuni di stress sono connesse alla riorganizzazione o al carico di lavoro e alle ore di attività.
Cause di stress
Sei italiani su dieci indicano inoltre fra le cause di stress anche la totale assenza di sostegno da parte dei colleghi o superiori e comportamenti inaccettabili quali ad esempio il bullismo e le molestie, oppure combinano lo stress a ruoli e responsabilità poco chiare. Al contrario, solo quattro lavoratori italiani su dieci considerano che i fenomeni di stress siano rari, mentre uno su venti nega addirittura si verifichino.
Stando a quanto affermato da Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale degli psicologi, la legislazione italiana “è all’avanguardia nel campo della prevenzione dei rischi compreso lo stress lavoro correlato, ma le misure aziendali di prevenzione possono tuttavia essere soggette a numerose migliorie di natura organizzativa e pratica. Adottando il giusto approccio, in altri termini, i lavoratori e le aziende possono vincere la battaglia contro lo stress che, quando legato all’attività lavorativa, è prevenibile.