Allarme sulla tubercolosi farmaco resistente

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Un nuovo allarme riguardo alla crescita dei casi di tubercolosi resistente ai farmaci (MDR-TB l’acronimo inglese) è stato recentemente lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. 440.000 i casi accertati al mondo nel 2008, dei quali un terzo è deceduto.
Quasi la metà dei casi si sono verificati in Cina e in India, le aree la mondo più colpite, seguite da vicino dalla Russia, dove, in tre province, un caso ogni 4 sono risultati essere infezioni tubercolotiche del tipo farmaco-resistente.
Nel mondo, i casi di tubercolosi accertati sono sull’ordine dei 9,4 milioni di infezioni, con 1 milione ed 800 mila decessi conseguenti, lo sviluppo di batteri farmaco resistenti resta ancora tutto sommato un fenomeno relativamente ridotto.

Tuttavia gli esperti temono che tale forma di tubercolosi sia destinata a crescere, complicando le modalità di trattamento ed influendo sui costi globali.

Tecnologia genetica per tracciare l’evoluzione dei batteri

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Una nuova tecnologia ha permesso per la prima volta, di seguire lo sviluppo dei batteri dello stafilococco aureo meticillina-resistente (MRSA l’acronimo inglese), un batterio particolarmente pericoloso, e che in questi ultimi anni ha registrato una diffusione notevole. Il batterio è diventato di recente una seria fonte di preoccupazione per medici e scienziati perchè ha dimostrato, nel corso degli ultimi 40 anni, di sviluppare resistenza agli antibiotici, rivelandosi così di fatto un ospite pericoloso per l’organismo umano.
Attualmente l’infezione da MRSA, si tratta con un antibiotico, vancomicina, che riesce ad eliminare il batterio incide anche pesantemente sulla popolazione batterica intestinale: a preoccupazione dei medici riguarda il fatto che, vista la grande capacità di mutare che possiede il batterio esso possa imparare a resistere anche alla vancomicina.

Il latte materno si conserva integro fino a 96 ore

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Il latte materno può essere conservato in frigo per un massimo di quattro giorni, senza perdere il suo valore nutrizionale e senza permettere lo sviluppo di batteri.
E’ il risultato di un piccolo studio condotto da ricercatori del North Shore University Hospital a Manhasset di New York, che ha voluto investigare approfonditamente sull’integrità del latte materno conservato in questo modo.

In generale, i consigli riguardo alla conservazione del latte materno che genericamente troviamo con una ricerca in rete, danno in media una periodo di conservazione di circa due o tre giorni nel frigorifero, ed idealmente da consumare non oltre questo periodo.

I disinfettanti promuovono lo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici

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I disinfettanti potrebbero essere la causa dello sviluppo di batteri resistenti non solo all’azione microbicida del disinfettante, ma addirittura agli antibiotici a cui non sono stati in precedenza esposti. Ecco un altro esempio di come il mondo contemporaneo si trovi nuovamente di fronte ad una sfida che si credeva vinta, e che invece si rinnova di volta in volta: così come l’uso indiscriminato ed eccessivo degli antibiotici può provocare la formazioni di ceppi di batteri resistenti, così anche un uso improprio dei disinfettanti può essere particolarmente nocivo perchè può creare il rischio di batteri resistenti alle sostanze chimiche contenute nel disinfettante.

Batteri intestinali responsabili dell’obesità?

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Negli ultimi 30 anni, l’obesità in bambini ed adulti è diventato un fenomeno sempre più evidente e preoccupante nel mondo sviluppato. Scienziati e ricercatori in cerca di una risposta a questo aumento considerevole del disturbo sono sempre più convinti che si tratti di una malattia complessa e multifattoriale provocata da diverse cause.

Se di queste alcune sono più evidenti, come per esempio troppo cibo o poco esercizio fisico, ci sono molte alti fattori scatenanti che sono da prendere in considerazione, alcuni ancora oggi poco noti.
Negli ultimi anni per esempio si è pensato che alcuni microrganismi possono essere una tra le cause dell’obesità.

Mappatura delle colonie batteriche presenti sul corpo umano

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Un nuovo “atlante” della distribuzione dei batteri sul nostro corpo è oggi disponibile, ed indica che le colonie di batteri nel corpo unano hanno alcuni “luoghi” che prediligono rispetto ad altri: il palmo della mano, le piante dei piedi e l’avambraccio tra gli altri.
Questo singolare mappatura della presenza dei batteri sul nostro corpo è stata resa possibile grazie all’uso di speciali tecnologie di “gene sequencing” che hanno permesso di individuare gli specifici tipi di batteri che abitano il nostro corpo e di monitorare quali sono le aree dello stesso dove preferiscono insediarsi.

Sintomi adenoiditi

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Le adenoidi fanno parte di quei tessuti linfatici presenti all’interno della cavità orale, tra la gola ed il naso, la cui funzione principale è quella di costituire la prima barriera protettiva contro i microrganismi provenienti dall’esterno. Fanno parte quindi di quelle che generalmente vengono definite come tonsille, ma a differenza di queste, che comunemente vanno ad indicare i tessuti linfatici che si trovano al fondo del palato, le adenoidi si trovano più in alto, nel tratto che va dalla gola alle cavità nasali.
Le adenoidi possono provocare problemi nel caso si infettino o si ingrossino, a causa di una serie di motivi tra i quali infezioni batteriche o virali.
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