Sonnellino pomeridiano migliora le facoltà mnemoniche

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Sembra che la siesta pomeridiana sia di grande aiuto a recuperare le proprie funzioni mentali.
Lo rivelano ricercatori statunitensi dell’Università di Berkeley in California, che hanno recentemente condotto uno studio sulle proprietà di rigenerazione del cervello costituite dalla “pennichella” pomeridiana.
Risultati per ora solo preliminari, ma che offrono interessanti informazioni su come il sonno sia di grande aiuto nel rendere il cervello più funzionale e pronto ad elaborare le informazioni ed a memorizzarle.

Negli stati d’ansia il cervello elabora le emozioni in maniera anomala

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Un nuovo studio, pubblicato su American Journal of Psychiatry e condotto da esperti di psichiatria e scienze comportamentali presso la Stanford University, suggerisce che in coloro che sono affetti da una malattia mentale comune e diffusa, denominata disturbo d’ansia generalizzato, il cervello elabora le emozioni in un modo diverso ed anomalo rispetto a quanto avviene nelle persone sane.

Secondo gli autori della ricerca tale scoperta potrebbe in futuro essere di aiuto nell’elaborare strategie terapeutiche e trattamenti migliorati per combattere il male, soprattutto in coloro per i quali gli stati ansiosi risultano essere debilitanti.

Adhd provocata da anomalie nel cervello?

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HealthDay riporta che secondo alcuni ricercatori spagnoli sembrerebbe esistere un legame tra la sindrome da iperattività e mancanza di attenzione e alcune anomalie in una parte del cervello.
Utilizzando la risonanza magnetica (MRI) gli scienziati hanno operato la scansione del cervello di 42 bambini affetti da ADHD e di altrettanti bambini sani come gruppo di controllo.
Le scansioni hanno verificato che esiste una parte del cervello, nei bambini affetti da ADHD, che risulta più piccolo. Si tratta dell’area denominata corpo striato ventrale, e sarebbe leggermente ridotto nella sua parte destra.

Vene ridotte nel cervello e sclerosi multipla

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Oltre il 55% dei pazienti con sclerosi multipla rivelano avere i vasi sanguigni del cervello ristretti rispetto al normale.
Un’anomalia scoperta in una recente ricerca condotta da ricercatori dell’Università di Buffalo, e che potrebbe in qualche modo essere associata alla sclerosi multipla, anche se gli esperti sostengono che sono dati ancora troppo parziali per poterlo affermare con assoluta certezza.
I risultati provengono da una serie di esami compiuti su 500 individui affetti da sclerosi multipla e da 161 individui sani coinvolti come gruppo di controllo. 
Il team di ricercatori ha utilizzato l’ecodoppler per esaminare il flusso di sangue venoso nei pazienti in diverse posture, e la risonanza magnetica per individuare, nel cervello, i depositi di ferro.

Paura di perdere al gioco: non c’è se l’amigdala è lesionata

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Una parte del cervello regola la nostra paura di fare scelte rischiose, come quella di smettere di giocare d’azzardo in una condizione in cui le possibilità di vincita sono proporzionalmente più scarse.
E’ questo ciò che sostengono ricercatori del California Institute of Technology che hanno pubblicato uno studio su Proceedings of the National Academy of Sciences, scoprendo che pazienti con una parte del cervello, l’amigdala, danneggiata, risultavano meno preoccupati di perdere del denaro se confrontati ad altri partecipanti all’esperimento in salute.
Loss Aversion”, così gli scienziati descrivono quella serie di azioni e comportamenti che ci fanno scegliere, in una determinata situazione, come quella del gioco d’azzardo, se vale la pena di rischiare o meno.

I neuroni sopprimono nel cervello informazioni inessenziali

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Una sorta di “termostato” neurale aiuta a mantenere le funzioni cerebrali in stato di efficienza.
Lo sostengono i ricercatori della Yale University, che hanno verificato come fa il cervello a funzionare al meglio delle sue possibilità pur essendo sottoposto ad un vero e proprio diluvio di informazioni.
Lo studio è stato pubblicato di recente sulla rivista Neuron, ed è stato realizzato studiando il cervello di animali durante la visione di film contenenti scene di natura. I ricercatori hanno osservato che nel cervello sono presenti neuroni che svolgono un’azione inibitoria, che permette così al cervello di risparmiare energie mantenendo ed elaborando solo le informazioni visive essenziali.

Apparecchiatura visualizza le immagini elaborate dal cervello

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Ricercatori dell’ATR Computational Neuroscience Laboratories in Giappone hanno sviluppato una nuova tecnologia per l’analisi del cervello che sarebbe in grado di ricostruire le immagini elaborate dalla mente di una persona e visualizzarle sul monitor di un computer e, secondo i ricercatori, l’ulteriore sviluppo di questa tecnologia potrebbe presto rendere possibile visualizzare le immagini prodotte dalla mente umana durante il sogno.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Neuron, illustra i passaggi grazie ai quali i ricercatori sono riusciti ad ottenere un simile risultato.
Gli scienziati sono stati in grado di ricostruire le varie immagini osservate dai pazienti sottoposti allo studio analizzando i cambiamenti nel loro flusso sanguigno cerebrale, utilizzando una macchina per la risonanza magnetica funzionale.
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