Marijuana per prevenire danni al cervello

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Un recente studio condotto dai ricercatori israeliani dell’Università di Tel Aviv, ha scoperto che basse dosi di THC (il componente psicoattivo presente nella marijuana) possono proteggere il cervello dai danni causati da lesioni, mancanza di ossigenazione, convulsioni, tossicità da farmaci e così via.

Fonte dell’invecchiamento scoperta nell’ipotalamo

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I ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University (New York) in uno studio condotto sui topi e pubblicato su Nature, hanno scoperto che la fonte dell’invecchiamento è nascosta nell’ipotalamo, una parte del cervello conosciuta per il ruolo fondamentale esercitato nella crescita, nello sviluppo, nella riproduzione e nel metabolismo.

Scoperta proteina della loquacità femminile

Le donne parlano molto di più degli uomini? Non è certo una leggenda, ma un vero e proprio dato di fatto e se gli uomini fino a questo momento si sono chiesti il perché le donne che li circondano non riescono proprio a smettere di parlare adesso potranno anche capire il perché.

La tendenza del gentil sesso alla chiacchiera, o per meglio dire la loquacità, non sarebbe una particolare peculiarità del carattere di alcune donne, ma una caratteristica prettamente femminile determinata addirittura da una proteina.

Fare sport al mattino riduce l’appetito

L’esercizio fisico di prima mattina riduce l’appetito e di conseguenza aiuta a dimagrire. Possibile?

Sembra proprio di sì stando a una recente ricerca condotta da James LeCheminant e Michael Larson, studiosi della facoltà di Scienze Motorie alla Brigham Young University e pubblicata sulla rivista Medicine and Science in Sports and Exercise.

Generalmente fare attività fisica aumenta la fame, ma l’esercizio fisico svolto di mattina scatenerebbe una reazione diversa da parte del cervello, almeno stando a quanto osservato dagli autori dello studio.

Scoperti i due centri della paura nel cervello

Vi siete mai chiesti come nasca la paura? Innanzitutto va detto che la paura non è tutta uguale e che è collegata all’esistenza di un doppio centro di paura all’interno del cervello. Lo ha scoperto John Wemmie della University of Iowa che ha condotto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Neuroscience.

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