Da madri esposte ai germi figli meno sensibili alle allergie

fattoria

I bambini nati da madri maggiormente esposte ai germi durante la gravidanza hanno meno probabilità di sviluppare allergie. E’ quanto risulta da uno studio, pubblicato online su Journal of Experimental Medicine, condotto da ricercatori tedeschi dell’Università di Marburg su topi da laboratorio. Studiando i figli le cui madri erano state esposte all’inalazione di diversi tipi di germi comunemente presenti nei cortili delle fattorie, hanno scoperto che questi risultavano maggiormente protette contro le allergie.

L’esposizione ai germi innescherebbe una lieve reazione infiammatoria nella madre, la quale provocherebbe una maggior espressione di recettori toll-like e la produzione di quelle molecole del sistema immunitario denominate citochine.

Bere eccessivamente inibisce per qualche tempo le difese immunitarie

birra

In lingua inglese viene definito “binge drinking”, quell’abitudine, diffusa purtroppo, di bere con l’intenzione di ubriacarsi il prima possibile.
In italiano si potrebbe definire come “bere eccessivamente” oppure abusare dell’alcool che forse rende meglio la deliberata scelta di berne in quantità tali da diventare ubriachi.
Come lo si voglia chiamare è comunque un’abitudine evidentemente poco salutare, ed un recente studio statunitense ha rilevato un altro aspetto di nocività che finora non era stato preso in considerazione legato appunto all’abuso di alcoolici.

Sistema immunitario: segnali biochimici per “ricordarsi” di un attacco virale

gene

Un equipe di ricercatori del Southwestern Medical Center, Università del Texas, ha scoperto che il nostro organismo produce due segnali biochimici in grado di sviluppare cellule ed anticorpi che si “ricordano” dell’attacco di agenti patogeni, per meglio contrastarli in futuro.
Le cellule immunitarie sono di due tipi, i linfociti citotossici, il cui ruolo è quello di uccidere le cellule infettate, ed i linfociti helper che hanno invece il compito di secernere i segnali che permetteranno alle cellule killer di memorizzare quali tipi di proteine ha prodotto l’agente patogeno in modo da intervenire ancora più rapidamente nel caso l’infezione si ripresenti.
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