Moderate quantità di calcio e vitamina D non aumentano i depositi nei vasi sanguigni

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Moderate dosi di calcio e vitamina D non aumentano i livelli di calcio coronarico nelle donne. Lo rivela un recente studio pubblicato sulla rivista Menopause.
I depositi di calcio nei vasi sanguigni sono stati collegati da diversi studi ad un aumento del rischio di ostruzione dei vasi sanguigni, che ha come conseguenza l’insorgere di infarti ed ictus. Motivo per cui molte donne erano diventate più riluttanti ad assumere integratori alimentari a base di calcio utili per rafforzare la struttura ossea.

Farmaco per la gotta utile per alleviare l’angina

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Un farmaco comunemente utilizzato per trattare la gotta, l’allopurinolo, potrebbe in futuro essere impiegato per trattare l’angina.
Lo rivelano alcuni ricercatori della Dundee University, che hanno di recente pubblicato i risultati delle loro ricerche sulla rivista medica The Lancet.
I forti dolori al petto provocati dall’angina si manifestano quando il muscolo cardiaco si trova in una condizione di scarsa ossigenazione. Un sintomo relativamente comune nelle malattie cardiache e che è responsabile spesso di un abbassamento sensibile della qualità della vita, soprattutto per le persone che ne soffrono cronicamente.

Una calamita per trattenere le staminali nel cuore

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Utilizzare una calamita per costringere le cellule staminali a restare nell’area danneggiata del cuore. E’ questo il risultato di una nuova strategia terapeutica ideata da una coppia di ricercatori statunitensi del Cedars-Sinai Hearth Institute di Los Angeles.
La terapia con le cellule staminali è di grande aiuto nel trattamento di danni al cuore, per esempio in seguito ad attacco cardiaco. Sebbene efficace, fino ad oggi l’efficacia terapeutica era ridotta a causa del fatto che dopo 24 ore dall’infusione delle cellule staminali nel cuore solo il 10% di queste è in grado di restare nella zona colpita, mentre il resto, a causa del flusso sanguigno e delle contrazioni cardiache viene perso nell’organismo.

Framingham Heart Study

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Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte e di malattia negli Stati Uniti. Per questo motivo nel 1948, è stato istituito il Framingham Heart Study, sotto la direzione del National Heart Institute e con la collaborazione dell’Università di Boston. Il grande progetto di ricerca, iniziato in quell’anno era indirizzato ad identificare quali fossero i più comuni fattori di rischio delle malattie cardiovascolari attraverso lo studio di un’intera comunità urbana, Framingham nel Massachusetts.

Un campione di 5.209 uomini e donne di età compresa tra i 30 ed i 62 anni sono quindi stati sottoposti periodicamente ad esami medici ed approfondite interviste sullo stile di vita ogni due anni. Nel 1971 la ricerca ha coinvolto anche la generazione di abitanti successiva, 5124 persone che rappresentavano i figli e coniugi del campione di popolazione originario arruolato nella prima fase.

Cocaina e morti improvvise

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L’immagine della cocaina come droga sicura ed innocua, ideale da utilizzare nei party e per far festa è un vero e proprio mito da sfatare.
Un nuovo studio condotto nel sud della Spagna da ricercatori dell’Istituto di Medicina Legale di Siviglia ha infatti dimostrato che la sostanza è responsabile di circa il 3% delle morti improvvise.
Tante le conseguenze letali dell’assunzione di cocaina, che può avere effetti devastanti per chi la usa, e può essere la causa di attacchi di cuore, malfunzionamento del ritmo cardiaco e ictus.

Orologio biologico e problemi di cuore

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Uno studio pubblicato da poco su Nature Medicine ha avanzato l’ipotesi che le malattie cardiovascolari possano essere legate ad un malfunzionamento dell’orologio biologico del nostro organismo.
Il malfunzionamento dell’orologio biologico, che ha una forte influenza sul nostro organismo inteso come fabbrica di sostanze ed elementi chimici, è già stato collegato in passato a molte altre malattie, e questa ricerca, condotta su topi da laboratorio da ricercatori della Kyoto University, apre nuovi spiragli alla comprensione di questo fenomeno, già individuato essere un fattore di primaria importanza per l’aumento della pressione del sangue, un fattore di rischio arcinoto per le malattie cardiache, nei lavoratori sottoposti a turni stressanti e sempre diversi, in coloro che lavorano viaggiando spesso per lunghe distanze ed in coloro che hanno disturbi nel sonno.

Durante le festività aumentano gli attacchi cardiaci

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Se precedenti ricerche avevano appurato esserci un aumento dei casi di attacchi di cuore durante il periodo invernale, questo era stato attribuito al fatto che il freddo potesse essere in qualche modo responsabile dell’aumento dei casi, perchè metteva a dura prova il cuore. Tuttavia, un recente studio, durato 12 anni e condotto nella contea di Los Angeles, ha evidenziato che tale associazione non è comprensibile perchè qui l’inverno è mite, e quindi non si può imputare al freddo le ragioni dell’aumento del numero di attacchi cardiaci. La ragione deve essere un’altra.
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