Ginkgo biloba utile contro demenza e perdita di memoria

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Un recente studio scientifico ha confermato le proprietà positive del Ginkgo biloba sulla salute del cervello umano, anche se a dire il vero non si tratta della prima ricerca a confermare le qualità del Ginkgo biloba nel favorire il benessere del cervello.

Leggere fa bene alla salute del cervello

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Secondo quanto scoperto da un recente studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology (AAN), le attività che coinvolgono e stimolano il cervello come la lettura e la scrittura possano far bene a tutte le età e possono preservare le funzioni cognitive con l’avanzare degli anni.

Possibile correlazione tra ceramidi e Alzheimer

Possibile correlazione tra ceramidi e Alzheimer

Possibile correlazione tra ceramidi e Alzheimer

Una nuova ed approfonditissima ricerca scientifica, condotta in questo specifico e particolare caso dagli esperti della Mayo Clinic di Rochester, in assoluto una delle strutture ospedaliere più all’avanguardia di tutti gli Stati Uniti d’America, avrebbe nuovamente contribuito a gettare cattiva luce sulle più differenti molecole lipidiche in generale e sulle ceramidi in particolare.

Cos’è la demenza

Ci siamo occupati, in questi giorni, di alcune malattie davvero molto gravi. In particolare, come potrete scoprire navigando su Stetoscopio, della Malattia di Creutzfeldt-Jakob un disturbo neurodegenerativo progressivo e fatale (giacché causata dai prioni, proteine danneggiate e dannose che non si è ancora riusciti a capire come distruggere) che prevede la demenza quale sintomo più eclatante.

CHE COS’È LA DEMENZA

Demenza HIV-correlata più comune con certi sottotipi del virus HIV

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Un sottotipo di virus dell’HIV può determinare con maggiore facilità l’insorgere di una forma di demenza denominata “demenza HIV-correlata”.
Difficoltà cognitive, compresa la demenza sono una delle caratteristiche delle infezioni da HIV, ed i ricercatori della John Hopkins University, una delle più prestigiose tra le università statunitensi, in un recente studio condotto in Africa, hanno scoperto che questi disturbi appaiono strettamente correlati alla presenza di due particolari sottotipi del virus HIV, il sottotipo A ed il sottotipo D.
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