La dieta anti -tumori è facile e fa stare bene

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Continuiamo a parlare dell’importanza di avere una corretta alimentazione per evitare di incorrere in problemi di salute gravi come ictus o infarti o l’obesità.
Oggi vogliamo dell’importanza di scegliere alcuni elementi che aiutano a prevenire i tumori e fanno stare bene soprattutto perchè sono alimenti che aiutano a mantenere la linea.
La dieta anti tumore è uno stile corretto di vita e viene promosso anche dalla Lega Italiana per la lotta contro i tumori: al primo posto c’è la dieta mediterranea che si basa sul consumo di pane, pasta, olio di oliva e una quantità moderata di proteine ma molte verdure.

Olio di oliva previene i tumori al seno

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L’olio d’oliva, un alimento semplice e salutare, che, secondo una recente ricerca spagnola potrebbe anche essere di aiuto nel prevenire il tumore al seno nelle persone predisposte.
I componenti presenti in questo grasso monoinsaturo, dai forti poteri antiossidanti, attaccherebbero i tumori, ne ritarderebbero l’insorgere e la crescita, e proteggerebbero il DNA dal pericolo provocato da cellule cancerose particolarmente dannose.

Dieta mediterranea fa bene al cuore

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Secondo un recente studio condotto su un campione di gemelli la dieta mediterranea migliora una determinata scala di misura delle funzioni cardiache.
La ricerca, condotta su gemelli per cercare di eliminare il più possibile l’effetto delle differenze genetiche, è stata realizzata da ricercatori dell’Università dell’Indiana e recentemente pubblicata sulla rivista Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes.

Tanti hamburger aumentano il rischio di asma

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I bambini che si alimentano con la dieta mediterranea hanno un rischio minore di sviluppare l’asma, mentre mangiare hamburger ed altri cibi tipici da fast food per tre e più volte alla settimana è associabile ad un rischio maggiore.
Lo sostiene un recente articolo, comparso sulla rivista Thorax, che ha preso in esame un campione di 50.000 bambini provenienti da 20 diversi paesi.
Lo studio ha esaminato le abitudini alimentari di bambini provenienti da paesi ricchi e poveri del pianeta tra il 1995 ed il 2005.
Ai genitori di questi è stato somministrato un questionario che riguardava le diete dei loro figli, se questi avessero mai avuto problemi di asma o avessero problemi respiratori come l’affanno.

Dieta mediterranea e fertilità nella donna

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Nel corso di questi ultimi anni diversi studi hanno evidenziato le grandi proprietà salutari della dieta mediterranea: contribuisce a ridurre l’apporto calorico e quindi a rendere più controllabile il peso corporeo, riduce l’incidenza di asma ed allergia nei bambini, abbassa il rischio di sindrome metabolica, risultando anche efficace nel ridurre la necessità di farmaci nel diabete di tipo II. Oltre a ciò è stata indicata come tra le migliori diete nel diminuire rischi come tumori e depressione.

Aterosclerosi e dieta

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Sulla rivista Circulation compare recentemente uno studio svolto su 140 volontari che afferma, ancora una volta, l’importanza della dieta nel combattere disturbi come l’aterosclerosi.
In passato si riteneva che l’accumulo dei grassi nelle arterie, un fenomeno pericoloso perchè fattore di rischio di attacchi cardiaci ed ictus, fosse un fenomeno irreversibile. Da quando alcuni farmaci hanno dimostrato la loro capacità di ridurre l’accumulo di grassi nel sistema arterioso ecco che ulteriori ricerche e studi si sono orientati a scoprire quali altri meccanismi, compreso lo stile di vita e le diete, avessero le capacità di contenere e persino ridurre un fenomeno effettivamente pericoloso e rischioso per la salute, soprattutto raggiunta una certa età.

Una dieta ricca di cibo industriale aumenta il rischio di depressione

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Una dieta ad alto contenuto di alimenti preparati industrialmente aumenta il rischio di depressione: questo il risultato di uno studio condotto da ricercatori dell’ University College di Londra che hanno pubblicato il frutto delle loro ricerche su un campione di 3500 persone di mezza età reclutate tra i dipendenti pubblici inglesi.
Lo studio, pubblicato sulla rivista British Journal of Psychiatry, prendeva in considerazione un arco temporale di cinque anni, durante i quali i partecipanti allo studio sono stati suddivisi in base alla dieta quotidiana.