Antibiotici e obesità

antibiotico

A causa dell’aumento dei tassi di obesità, ai pazienti potrebbero essere prescritte dosi di antibiotici più massicce. Lo afferma un recente studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, e realizzato da medici provenienti da Grecia e Stati Uniti.
L’osservazione si basa sul fatto che la popolazione occidentale in generale rivela una crescita sostenuta dell’obesità e delle dimensioni corporee.

La preoccupazione dei medici diventa quindi quella di capire se le stesse dosi di antibiotici attualmente utilizzate debbano in futuro subire una modifica a causa di questo cambiamento, se , per esempio, le industrie farmaceutiche debbano produrre gli antibiotici in dosi più differenziate rispetto a quanto viene fatto attualmente.

Nuove ricerche su un farmaco anti cancro

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Gli scienziati hanno scoperto come funziona un farmaco, ricavato da alcuni funghi parassiti, e che in passato si è rivelato essere efficace nella cura dei tumori.
Pubblicata su Journal of Biological Chemistry, la scoperta viene dai ricercatori dell’Università di Nottingham, che sono convinti che questa ricerca permetterà in futuro di rendere farmaci analoghi a questo ancora più efficaci ed utili.

La cordicepina, questo il nome della sostanza, conosciuta già nell’antica medicina cinese, originariamente veniva ricavato da una rara specie di fungo parassita che vive sui bruchi.

I disinfettanti promuovono lo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici

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I disinfettanti potrebbero essere la causa dello sviluppo di batteri resistenti non solo all’azione microbicida del disinfettante, ma addirittura agli antibiotici a cui non sono stati in precedenza esposti. Ecco un altro esempio di come il mondo contemporaneo si trovi nuovamente di fronte ad una sfida che si credeva vinta, e che invece si rinnova di volta in volta: così come l’uso indiscriminato ed eccessivo degli antibiotici può provocare la formazioni di ceppi di batteri resistenti, così anche un uso improprio dei disinfettanti può essere particolarmente nocivo perchè può creare il rischio di batteri resistenti alle sostanze chimiche contenute nel disinfettante.

Fallita la sperimentazione di un gel contro l’AIDS

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Il Medical Research Council del Regno Unito ha dichiarato recentemente che la sperimentazione del farmaco in gel progettato dall’azienda farmaceutica statunitense Endo Pharmaceuticals, per prevenire l’infezione da virus dell’AIDS ha fallito nelle prove pratiche compiute in Africa.
Il farmaco, un microbicida vaginale, Pro 2000, è stato testato nell’ambito di un ampio studio internazionale compiuto nel su circa 9000 donne di quattro diversi paesi africani, ed i risultati sono stati deludenti.

Farmaci contro la dipendenza utili anche per i giocatori d’azzardo

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I farmaci utilizzati comunemente per trattare la dipendenza da sostanze potrebbero rivelarsi efficaci anche nel trattamento delle dipendenze da gioco d’azzardo.
E’ quanto hanno scoperto i ricercatori statunitensi dell’Università del Minnesota, utilizzando in maniera sperimentale i farmaci su persone affette da dipendenza da il gioco d’azzardo.
Gli scienziati hanno testato farmaci progettati per aumentare le inibizioni e diminuire gli impulsi ad assumere una sostanza in due gruppi di maschi e femmine diagnosticati come giocatori d’azzardo patologici.

Un farmaco per agire sul desiderio sessuale nella donna

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Un farmaco sperimentale non a base di ormoni potrebbe essere utilizzato come stimolatore del desiderio sessuale nella donna un problema che, si pensa, è presente in una donna su dieci nei paesi industrializzati. Ciò, indirettamente è inoltre causa di disagio e talvolta difficoltà nella relazione.

Per questo tipo di problematica, al momento non ci sono terapie farmacologiche; esistono, è vero, alcuni accorgimenti come pomate che stimolano l’afflusso di vasi sanguigni nell’area genitale, ma non ci sono farmaci che agiscono invece sul cervello.

Nuovi studi sull’influenza suina

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Dagli Stati Uniti, che sembrano attualmente essere tra i paesi più colpiti dall’influenza suina, arrivano due nuovi studi che riguardano la pandemia. Il primo dei due riguarda la scoperta di un caso in cui il virus H1N1 resistente ad un farmaco si è trasmesso da persona a persona, il secondo studio riguarda invece la scoperta che nei bambini il virus si diffonde anche dopo due settimane dopo l’insorgere dei primi sintomi, anche se per ora non si sa ancora se tale diffusione sia significativamente contagiosa o meno.

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