Fisico più magro predittore di un rischio maggiore di tumore al seno?

fisico

Le donne che da giovani hanno avuto un fisico più sottile, secondo un recente studio pubblicato sulla rivista medica Breast Cancer Research, risultano avere un rischio di tumore al seno più elevato.
L’osservazione deriva dalla scoperta di un possibile legame esistente tra l’aspetto fisico delle donne da giovani, (all’età di 7 anni), e l’incidenza dei tumori al seno, verificato su un gruppo di 2800 pazienti svedesi affette da carcinoma mammario e 3100 altre donne, sane, coinvolte come gruppo di controllo.

Inquinamento atmosferico vicino alle scuole fattore di rischio per l’asma

scuola

L’inquinamento atmosferico provocato da strade ad alta densità di circolazione aumenta il rischio di asma nei bambini che frequentano le scuole vicine.

E’ questo il risultato di uno studio condotto nella California del Sud, dove i ricercatori hanno evidenziato come i bambini che frequentano istituti scolastici siti in prossimità di grande arterie di traffico sono sensibili al rischio di asma per il 45% in più.
I ricercatori, della Keck School of Medicine presso l’Università della California del Sud ribadiscono, a margine dello studio, pubblicato di recente sulla rivista Environmental Health Perspectives, che l’esposizione all’inquinamento atmosferico nei luoghi dove i bambini trascorrono il loro tempo, al di fuori delle mura domestiche, sono un evidente fattore di rischio per l’asma.

L’aglio protegge dai tumori

aglio

L’aglio è sempre stato considerato un alimento ricco di proprietà curative e terapeutiche, e un recente studio non fa che confermarlo, evidenziando come chi mangia aglio riduce alcuni processi chimici che possono portare alla formazione di tumori.
Lo hanno determinato alcuni ricercatori di scienze nutrizionali dell’Università dell’Ohio, che hanno elaborato un nuovo test delle urine in grado di evidenziare la presenza nell’organismo di un processo di trasformazione chimica, denominato nitrosazione.

Nuovi legami tra genetica e celiachia

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Nuovi fattori genetici che causano la celiachia sono stati recentemente scoperti da un gruppo di scienziati internazionali guidati da ricercatori della London School of Medicine and Dentistry britannico. Scoperta che potrebbe aprire la strada a nuove modalità con cui diagnosticare ed anche curare l’intolleranza al glutine, un disturbo sempre più comune soprattutto nell’occidente industrializzato.

I ricercatori hanno eseguito una scansione delle mappe genetiche di un gran numero di pazienti affetti da celiachia, oltre 9400, e grazie a ciò hanno potuto evidenziare alcune aree del sistema immunitario che provocano l’insorgere del male.

Caffè riduce il rischio di ictus?

caffe

Bere caffè potrebbe ridurre il rischio di ictus, secondo quanto rilevato da uno studio di recente presentato al meeting annuale dell’American Stroke Association tenutosi recentemente.
La ricerca, condotta dal Dott. Yangmei Li, epidemiologo presso l’Università di Cambridge, ha preso in considerazione un campione di 23.000 persone seguite per un periodo di 12 anni, che hanno compilato questionari sul consumo quotidiano di caffè e che sono stati monitorati per tutto il periodo della ricerca sull’incidenza dei casi di ictus.
Secondo i dati forniti dai ricercatori coloro che dichiaravano di bere caffè sono risultati avere un rischio di ictus ridotto di circa il 27% rispetto a coloro che dichiaravano di non bere mai caffè.

Malattie infiammatorie intestinali fattore di rischio per la tromboembolia

Bowel

Le persone che presentano malattie infiammatorie intestinali hanno molta più probabilità di sviluppare coaguli ematici, e quindi hanno un rischio maggiore di attacchi cardiaci e malattie cardiovascolari. Per questa ragione sarebbe opportuno che essi si sottoponessero a trattamenti terapeutici preventivi.

E’ quanto emerso da uno studio condotto nel Regno Unito da ricercatori dell’Università di Nottingham, dove sono stati esaminati i dati provenienti da più di 13.000 persone affette da malattie infiammatorie intestinali, dati che sono stati confrontati con quelli di 71.000 persone sane.

Aree genetiche rivelano il rischio di tumore al pancreas

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Ricercatori del National Cancer Institute statunitense hanno identificato quattro regioni del genoma umano che possono predire un rischio maggiore di tumore al pancreas, grazie ad una ricerca della relazione tra mutazioni del genoma ed insorgenza della malattia che gli studiosi definiscono come la più ampia ed approfondita che sia mai stata eseguita.

I ricercatori stessi tuttavia ci tengono a sottolineare che, sebbene le quattro regioni del genoma possano in effetti predire il tumore al pancreas, uno dei più gravi e con un tasso di mortalità notevole (solo l’1% dei malati sopravvive a cinque anni dopo la diagnosi), non è detto che chi presenta la variazione genetica sviluppi per forza il tumore.

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