Gravidanza e sesso: un connubio possibile

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Molte donne durante la gravidanza si pongono mille quesiti su cosa si può o non si può fare: a partire dall’attività fisica e per finire nell’alimentazione e permangono sempre molti dubbi e domande.
Molte donne si domandano spesso se è possibile poter continuare ad avere rapporti sessuali completi con il proprio partner e se non ci siano delle controindicazioni che possano nuocere al bambino.
Un recente studio effettuato da un’ equipe di medici canadesi ha dimostrato che non esistono fattori di rischio se si ha un’attività sessuale durante la gravidanza e non si incorre in possibili parti prematuri o complicazioni di vario genere.

Acquagym in gravidanza: si può fare?

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Quando una donna scopre di essere incinta solitamente inizia a nutrire molti dubbi sugli stili di vita da tenere durante la gravidanza, dall’alimentazione all’attività sportiva.
Recentemente abbiamo affrontato l’argomento di cosa mangiare quando si è all’inizio della gravidanza e ancora non si è fatto il test per la toxoplasmosi e dell’importanza di assumere acido folico nel momento in cui si decide di voler avere un bambino per prevenire la formazione della spina bifida.
Ora vogliamo parlare dello sport in gravidanza che in molti casi spesso viene sconsigliato, ma i medici sostengono che sia molto importante svolgere un’attività fisica dolce.

Il Fumo e la Gravidanza

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Già abbiamo parlato dei danni del fumo, dalla BPCO, al mesotelioma, fino a parlare della pericolosità della sigaretta elettronica che contiene una percentuale di nicotina che però non viene analizzata in laboratorio.
Oggi vogliamo parlare del fumo durante la gravidanza che risulta essere molto pericoloso per il nascituro, determinado la possibilità di aborto, parto prematuro, morte improvvisa del lattante e possibili patologie del bambino, come asma e tumore infantile.
Questo avviene poichè, la nicotina ed il monossido di carbonio che vengono assorbiti dalla madre, provocano una consistente riduzione dell’irrorazione dell’utero e della placenta, che provoca una riduzione dell’apporto di ossigeno nel sangue sia per la futura mamma che per il feto.

Tinture in gravidanza: sì o no?

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Una domanda che spesso assale le donne in gravidanza è se si possono fare tinture per capelli permanenti e le risposte variano dal si può, al forse, al ma assolutamente no.
Molti ginecologi si trovano così a fronteggiare un problema, che all’apparenza può sembrare banale, ma che per le donne è una situazione di disagio e non soltanto un vezzo.
Gli specialisti dicono che nel primo trimestre sarebbe meglio non utilizzare tinture, soprattutto contenenti sostanze chimiche (in particolar modo ammoniaca) perchè è il momento in cui si stanno formando gli organi interni nel feto.
La colorazione e la decolorazione del capello è un procedimento che riguarda il fusto, ossia la parte che viene fuori dal cuoio capelluto, per cui le sostanze possono penetrare, sebbene in minima parte, all’interno dell’organismo.

Celiachia e gravidanza a rischio

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La celiachia può provocare l’interruzione di gravidanza perchè, se non curata, divora la placenta, distruggento il luogo in cui il feto si sviluppa e cresce.
Questa scoperta è stata fatta dai ricercatori del policlinico Gemelli di Roma i quali hanno riscontrato un legame profondo tra la malattia e gli aborti precoci.
Molte donne che soffrono di celiachia, se non la curano durante la gravidanza hanno probabilità molto elevate di perdere il bambino, ma il problema è che molte donne con questo tipo di problema ginecologico non sanno di essere celiache, per cui non possono evitare la perdita involontaria del feto.

Bloccare un batterio nella bocca della madre per impedirne la diffusione nella placenta

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Bloccare un batterio innocuo nella bocca della madre ma che è altamente pericoloso se raggiunge il feto, questo l’obbiettivo di uno studio condotto da una ricercatrice della Case Western Reserve University School of Dental Medicine, Yiping Han, pubblicato a luglio sulla rivista Infection and Immunity.
Analizzando a fondo il batterio la ricercatrice ha scoperto che questo possiede nei geni una molecola, adesina proteina, denominata Fada, la quale permette al batterio di entrare in contatto con le cellule epiteliali della bocca e con le cellule endoteliali della placenta.

A 30 settimane il feto sviluppa la memoria

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Già a 30 settimane il feto sviluppa una memoria a breve termine.
I risultati di un singolare, ma non originale studio in questo campo sono stati pubblicati sul numero di luglio/agosto di quest’anno della rivista Child Development, e rappresentano la ricerca di un gruppo di ricercatori del Centre for Genetics, Reproduction and Child Health presso l’Università di Maastricht in Olanda.
Questo studio rappresenta un ulteriore passo avanti nella ricerca sullo sviluppo del sistema neurologico centrale nel feto.
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