
Il fumo in gravidanza non scatenerebbe l’autismo

Gli autori dello studio hanno esaminato un campione di 494 bambini, scoprendo che coloro che erano esposti al fumo passivo risultavano avere una probabilità maggiore di mostrare un ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni, un precursore dell’indurimento delle arterie che, una volta raggiunta l’età adulta, sono una delle cause più importanti di malattie cardiache, ictus ed infarti.
Ricercatori statunitensi hanno da poco individuato che esiste anche una terza forma di esposizione al fumo, che hanno denominato “third-hand smoke”. Per spiegare di cosa si tratta si può far riferimento a quel che rimane in un ambiente dopo che per qualche tempo ha ospitato un fumatore. Il tipico odore, per esempio, che si sente in casa o nelle automobili di fumatori accaniti. Secondo l’American Cancer Society, il “fumo di terza mano” è un termine che identifica i residui tossici che restano nell’aria e che si posano sulle superfici una volta che sono spariti i segni evidenti del fumo.
Gli stessi odori dunque che sentiamo in una stanza dove si è fumato rivelano la presenza di sostanze, disperse nell’ambiente e derivate dall’uso del tabacco. Tali sostanze potrebbero miscelarsi con altre presenti nell’ambiente creando nuovi composti tossici per la salute.