Genetica alla base della tendenza a consumare alcool e marijuana

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I geni che rendono le persone più inclini all’alcoolismo potrebbero giocare un ruolo altrettanto importante nel renderli inclini al consumo di marijuana.
Lo sostengono i ricercatori che hanno realizzato di recente uno studio pubblicato su Alcoholism: Clinical & Experimental Research, e che si è basato su un questionario corposo che ha coinvolto 6300 donne e uomini tra i quali anche 2800 coppie di gemelli, ideali per valutare il ruolo della genetica perchè hanno un corredo genetico identico.

Le persone coinvolte nello studio dovevano rispondere ad una serie di domande sull’uso di alcool e marijuana durante la loro vita.

Chi sembra più giovane vive più a lungo

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Le persone che sembrano più giovani della loro età tendono a vivere più a lungo di quelle che invece appaiono più vecchie rispetto alla loro età. Lo afferma una ricerca di scienziati danesi, della University of Southern Denmark che hanno studiato un campione di 1826 gemelli danesi di età dai 70 in su, sottoposti ad una serie di esami sulla condizione fisica e su quella cognitiva. Oltre a questi esami i pazienti sono stati fotografati.

In seguito i ricercatori hanno coinvolto nella ricerca tre differenti gruppi di volontari, che, esaminando le foto, indicavano quella che, secondo la loro percezione, era l’età della persona ritratta. I gemelli sono stati valutati dai volontari in giorni diversi ed individualmente.

Una variazione genetica tra i fattori di sviluppo del disturbo bipolare

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Una nuova ricerca suggerisce che l’orologio interno del corpo umano mal funzionante, potrebbe essere tra i fattori di sviluppo del disturbo bipolare nei bambini.
I risultati di questa ricerca, realizzata presso l’Indiana University School of Medicine e pubblicata su BMC Psychiatry riguardano l’esame del codice genetico di 152 bambini affetti da disturbo bipolare, comparato con il codice genetico di 140 bambini sani.

Un gene gioca un ruolo importante nel legame tra stress ed alta pressione del sangue

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Lo stress fa aumentare la pressione sanguigna? E’ una domanda da molto tempo al centro di diverse ricerche e studi, come quello, recentissimo, pubblicato su Journal of Clinical Investigation e realizzato da diverse equipe mediche internazionali che hanno collaborato assieme nella ricerca. Università di Friburgo e Muenster, Medical College of Wisconsin, ed altri ricercatori europei e canadesi hanno individuato un gene la cui mancanza sembra essere effettivamente importante nello sviluppo di alta pressione quando l’individuo è sottoposto a stress.

Una variazione genetica può portare a complicazioni dopo il trapianto di midollo osseo

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Uno studio apparso recentemente su Nature Genetics ha rivelato che una determinata variazione genetica, in specifico la mancanza di un gene, aumenta il rischio che si manifestino complicazioni in chi è stato sottoposto a trapianto di midollo osseo.
La premessa di base del trapianto di tessuti ed organi è semplice: eliminare nel paziente il tessuto o l’organo malato e sostituirlo con tessuti ed organi sani.

E’ possibile migliorare le facoltà cognitive nella sindrome di Down?

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Una nuova ricerca fornisce le basi perchè in futuro si possano attivare cure mediche per il deficit cognitivo associato alla sindrome di Down.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Science Translational Medicine, è stata realizzata su topi da laboratorio modificati geneticamente in modo da presentare una condizione analoga a quella della sindrome di Down. Gli scienziati hanno appurato che i topi analizzati riescono ad utilizzare il loro cervello e le funzioni cognitive in maniera più efficace quando si potenzia la norepinefrina, un neurotrasmettitore che ha un ruolo importante nella comunicazione tra le cellule cerebrali.

Scoperta una proteina che aumenta il livello di colesterolo nei topi

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Una recente ricerca da parte di scienziati statunitensi della Rockefeller University ha scoperto che nella produzione di “colesterolo cattivo” un ruolo importante è giocato da una singola proteina, denominata PXR, che una volta attivata contribuisce alla produzione di alti livelli di colesterolo, un fenomeno che è alla base di molti disturbi e malattie nell’uomo tra i quali l’arteriosclerosi ed il rischio di infarti ed ictus.
E’ la prima volta che un equipe di ricercatori riesce a provare l’impatto diretto di questa proteina nel bilanciamento dei livelli di colesterolo nel corpo.
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