Emicrania associata ad un maggior rischio di infarto

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Le persone con emicrania hanno più probabilità di avere attacchi di cuore.
Lo afferma una ricerca recente pubblicata sulla versione online della rivista Neurology, che riporta lo studio di ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine di New York che hanno confrontato l’incidenza degli attacchi di cuore su un campione di più di 6000 persone sofferenti di emicrania e su un campione di 5000 persone sane.
Si è riscontrato così che nei pazienti con emicrania gli attacchi di cuore avevano un’incidenza del 4,1%, mentre nel gruppo di controllo essa si fermava all1,9%.
Non è il primo studio in merito, sostengono i ricercatori.

Attacchi cardiaci e tifo sportivo

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HealthFinder.gov riporta due interessanti studi realizzati da equipe mediche differenti, una negli Stati Uniti, una in Germania, che hanno osservato l‘incidenza di infarti ed attacchi cardiaci in concomitanza di grandi eventi sportivi. Il team di ricercatori della Keck School of Medicine, University of Southern California di Los Angeles, hanno esaminato i tassi di mortalità nella contea di Los Angeles nel 1980, quando nella finale del SuperBowl i Pittsburgh Steelers sconfiggono i Los Angeles Rams, la squadra di casa, e nel 1984, quando i Los Angeles Raiders battono i Washington Redskins. I dati sono stati raccolti nelle due settimane successive alle partite, e sono stati messi a confronto con quelli raccolti negli anni intermedi ed in quelli successivi ai due importanti eventi sportivi.
In questo modo hanno verificato che il tasso di mortalità è aumentato dopo la sconfitta del 1980 e diminuito significativamente invece dopo la vittoria conseguita dalla squadra di casa nel 1984.

Disfunzione erettile e malattie cardiovascolari

La disfunzione erettile è un forte segnale di avvertimento di un aumentato rischio di infarto, ictus e altri problemi cardiovascolari. Lo rivela un nuovo studio realizzato da ricercatori del New England Research Institutes che hanno pubblicato la loro relazione sulla rivista Journal of the American College of Cardiology.

Secondo i ricercatori la disfunzione erettile potrebbe dunque essere compreso nel Framingham Heart Study, attualmente il più importante ed esaustivo tra gli studi dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari al mondo.
Secondo il Dott. Andre Araujo, che ha condotto la nuova ricerca, un medico che avesse davanti un paziente con disfunzione erettile dovrebbe dunque tenere altamente in considerazione anche la presenza di problemi cardio vascolari.

Nuove tecniche per l’angioplastica

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Angioplastica è quell’intervento che si rende necessario quando le arterie coronariche risultano bloccate dal formarsi di un coagulo di sangue che impedisce il normale afflusso di questo all’interno del cuore, con la conseguenza di causare infarti e blocchi nel funzionamento del muscolo cardiaco. Fino ad oggi l’angioplastica si eseguiva introducendo all’interno delle arterie una sonda che, una volta giunta in vista del grumo di sangue allargava le pareti dell’arteria e frantumava il coagulo permettendo nuovamente l’afflusso di sangue. Una tecnica efficace nella maggior parte dei casi, ma che ha sempre avuto una controindicazione.

Staminali per curare i postumi di un infarto

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Le cellule staminali adulte possono contribuire a riparare il tessuto cardiaco danneggiato da un infarto. Lo sostengono i dati forniti da un recente studio realizzato dal Rush University Medical Center e pubblicato su Journal of American College of Cardiology, per i quali le cellule staminali prelevate dal midollo osseo di un donatore sembrano aiutare i pazienti a recuperare meglio dopo un attacco di cuore, grazie al fatto che tali cellule contribuiscono alla ricostruzione dei vasi sanguigni danneggiati e quindi garantiscono un maggior afflusso di ossigeno al cuore.

Reprimere la rabbia sul posto di lavoro puo aumentare il rischio di attacchi cardiaci

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Gli uomini che non esprimono apertamente la loro rabbia, se hanno problemi al lavoro, sono doppiamente a rischio di attacco cardiaco. Lo afferma un’equipe di medici svedesi del Research Institute di Stoccolma che ha esaminato un campione di lavoratori di sesso maschile impiegati nella capitale svedese. Le 2755 persone coinvolte nello studio, di età media di 41 anni tra il 1992 ed il 1995 e che al momento della ricerca non avevano mai avuto attacchi cardiaci sono state sottoposte ad un questionario per il quale dovevano illustrare n che modo affrontavano un conflitto sul lavoro.

Poca vitamina D fattore di rischio per infarti ed ictus

salmone ricco di vitamina D

Bassi livelli di vitamina D nell’organismo sono stati associati, da un recente studio apparso sulla rivista American Journal of Epidemiology, ad un maggior rischio di malattie cardiache ed ictus.
La ricerca è stata compiuta da ricercatori finlandesi presso l’Istituto Nazionale per la Salute ed il Welfare di Helsinki che hanno raccolto e messo a confronto i livelli di vitamina D nel sangue e l’incidenza di morti per infarto o ictus su un campione assai cospicuo di pazienti (2817 uomini 33402 donne).

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