afasia sintomi

Afasia, sintomi per riconoscerla da non trascurare

L’afasia è un disturbo neurologico che provoca problemi nel linguaggio. Il sintomo principale è dunque quello della difficoltà di comunicazione, anche se la condizione può colpire ogni individuo in modo diverso per intensità o modalità di sviluppo. Talvolta l’afasia è immediata ed improvvisa (se la causa ad esempio è un ictus o un grave trauma cranico), mentre in altri casi si manifesta con gradualità (in presenza di un danno cerebrale progressivo dovuto a tumore, demenza, malattia neurologica, ecc). Scopriamone insieme i sintomi in base alle tipologie in cui l’afasia viene distinta.

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Scoperta proteina della loquacità femminile

Le donne parlano molto di più degli uomini? Non è certo una leggenda, ma un vero e proprio dato di fatto e se gli uomini fino a questo momento si sono chiesti il perché le donne che li circondano non riescono proprio a smettere di parlare adesso potranno anche capire il perché.

La tendenza del gentil sesso alla chiacchiera, o per meglio dire la loquacità, non sarebbe una particolare peculiarità del carattere di alcune donne, ma una caratteristica prettamente femminile determinata addirittura da una proteina.

Dislessia

lettura

La dislessia è un handicap nell’apprendimento del linguaggio. La denominazione del disturbo identifica un gruppo di sintomi presenti in persone che hanno difficoltà in specifiche competenze linguistiche, come per esempio nella lettura, nell’ortografia, nella scrittura o nella corretta pronuncia delle parole.

E’ un disturbo che affligge i pazienti per tutto il corso della vita, anche se il suo impatto varia a seconda dell’età e della condizione sociale. Chi è affetto da dislessia, soprattutto a scuola, avrà più difficoltà nella carriera scolastica, e, nelle forme più gravi, potrebbe necessitare di interventi educativi speciali ed individualizzati che comprendono strutture ricettive e clonazepam servizi di supporto ad hoc.

Il pianto del bambino riflette il medello melodico della lingua materna

pianto

Se sappiamo già che il bambino è in grado di udire e di assimilare i suoni dell’ambiente circostante quando è ancora nell’utero della madre, una recente ricerca condotta da ricercatori dell’Università di Wurzburg in Germania ha fatto una nuova scoperta: i bambini, appena nati, riproducono già la cadenza sonora del linguaggio nativo.
Lo studio è stato realizzato registrando il pianto di 60 bambini, nati da 3 a 5 giorni al massimo, e provenienti per metà da madri francesi e per metà da madri tedesche.
Analizzando il pattern sonoro del pianto dei bambini gli scienziati hanno identificato un diverso modello espressivo e melodico a seconda della provenienza linguistica della madre.

Imprecare limita gli effetti del dolore

rabbia

Un equipe di ricercatori della School of Psychology alla Keele University hanno verificato che imprecare può lenire gli effetti di un dolore. Questi i risultati di uno studio presentato sulla rivista NeuroReport.
Se fino ad oggi l’imprecazione era considerata una forma di risposta assai comune di fronte ad un dolore, i ricercatori hanno voluto approfondire invece un aspetto finora non preso in considerazione dagli studiosi del comportamento e del linguaggio: verificare cosa accade quando l’imprecare avviene contemporaneamente alla sensazione di dolore fisico.

Buone capacità linguistiche impediscono la demenza senile

anziani

Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista online Neurology, Le abilità del linguaggio che possediamo a 20 anni sono un indicatore significativo della possibilità di sviluppare disturbi di demenza senile.
Un’equipe di ricercatori della Johns Hopkins University ha studiato il cervello di 38 suore cattoliche dopo la morte, ed hanno verificato che tra di esse, coloro che in gioventù dimostravano maggiori competenze linguistiche, dimostravano una volta anziane di avere meno problemi di memoria, anche in presenza di danni alle cellule cerebrali.