tachicardia atriale sopraventricolare sinusale

Tachicardia atriale, sopraventricolare, sinusale, parossistica, le differenze

Una frequenza cardiaca superiore a 100 battiti al minuto (BPM) negli adulti a riposo: questa è la definizione di tachicardia. Un battito cardiaco accelerato è dovuto a molti fattori e cause possibili, a partire dallo stato di salute e fisico generale oltre che dall’età. Esistono diversi tipi di tachicardia a seconda del luogo del cuore in cui origina. Essenzialmente si può parlare di tachicardia atriale, sopraventricolare, ventricolare o sinusale. Scopriamo insieme in cosa consistono e quali sono le differenze, dopo aver spiegato il “circuito elettrico del cuore”.

 

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elettrocardiogramma

Tachicardia, cause, sintomi correlati e rimedi

Si parla di tachicardia quando la frequenza del battito cardiaco a riposo è superiore alla norma (in un adulto da 60 a 100 pulsazioni al minuto). La frequenza cardiaca è controllata da segnali elettrici inviati al cuore: in caso di anomalia questi segnali possono sviluppare un battito accelerato (tachicardia) o lento (bradicardia). Spesso la tachicardia è temporanea, passeggera magari semplicemente legata ad uno stato emozionale, ed in questo caso non occorre preoccuparsi, non si parla di patologia o rischi. Se invece i battiti cardiaci accelerati sono ricorrenti e/o costanti c’è il pericolo di andare incontro a pericolose complicazioni e sintomi vari. Fortunatamente se diagnosticato per tempo il problema e le cause che lo provocano esistono numerosi rimedi.

elettrocardiogramma

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Elettrocardiogramma, come si fa e a cosa serve

L’elettrocardiogramma è uno dei test più conosciuti e praticati che si fa per analizzare la salute e la funzionalità del cuore: in particolare i suoi battiti ed i segnali elettrici. Ogni pulsazione cardiaca infatti è innescata da impulsi elettrici generati da alcune cellule site nella camera superiore destra. Un elettrocardiogramma (o ECG) registra questi segnali per scovare se ci sono anomalie.

 

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rigurgito valvola mitralica sintomi cause

Rigurgito della valvola mitralica, terapia e operazione

Il rigurgito della valvola mitralica (o insufficienza mitralica) può essere di grado lieve, moderato o severo. A seconda della gravità della situazione e dell’eventuale compromissione della corretta funzionalità cardiaca sono suggerite diverse cure e terapie, fino alla chirurgia che può essere più o meno invasiva. Ecco una lista di come può essere trattata questa patologia che mette a rischio di sviluppare un’insufficienza cardiaca.

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cuore ingrossato significa perché

Insufficienza mitralica, rischi e diagnosi

 

L’insufficienza mitralica o rigurgito della valvola mitralica è una condizione in cui il sangue, anziché uscire dal cuore dal ventricolo sinistro, torna indietro nell’atrio, a causa di un errato funzionamento della valvola. Un’insufficienza mitralica lieve può non dare sintomi e neppure destare rischi di sorta, per tutta la vita. In altri casi invece può manifestarsi all’improvviso in forma severa. Ecco le complicanze più comuni e pericolose, oltre che una lista dei test per fare la diagnosi.

 

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rigurgito valvola mitralica sintomi cause

Insufficienza della valvola mitralica, sintomi e cause

Quando si parla di insufficienza mitralica o “rigurgito della valvola mitrale”, si fa riferimento, come è facile evincere dal nome , alla mancata chiusura della valvola mitrale del muscolo cardiaco che ha come effetto diretto il ritorno nel cuore del sangue che invece dovrebbe uscire ed andare in circolo. La conseguenza è la mancanza di fiato abbinata a stanchezza. In caso di insufficienza mitralica lieve non è necessario intervenire, ma quando è severa può essere necessario intervenire con un intervento cardiaco. Scopriamone i sintomi e le cause.

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aneurisma tipi e cause

Aneurisma: cos’è, tutti i tipi e le cause

Che cosa è un aneurisma? Con questo termine medico che deriva dal Greco antico ( ἀνεύρυσμα – aneurysma “dilatazione”) si indica la dilatazione di un’arteria (vaso sanguigno che porta in circolo l’ossigeno). Pensiamo ad un palloncino. Approssimativamente il concetto è il medesimo. Il rischio non è di per se stesso il rigonfiamento, ma il fatto che se diventa eccessivo il tessuto si rompe: la rottura di un’arteria porta con se conseguenze drammatiche, fatali, spesso talmente rapide da non offrire possibilità di intervento. La diagnosi precoce e la conoscenza dei fattori di rischio, possono dunque salvare la vita.

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