Maniglie dell’amore segnale pericoloso di patologie

pancia

Essere di peso normale sia in proporzione all’altezza che all’età può sembrare un segnale di miglior salute, eppure una recente ricerca effettuata presso la Mayo Clinic ha verificato che ciò non evita i problemi e le patologie, specialmente legati alle malattie cardiovascolari. Insomma, anche se ci sembra di essere nella norma, quelle fasce di grasso presenti tra i muscoli, ed in particolare nella zona addominale (le “maniglie dell’amore” come vengono spesso chiamate) sono altrettanto pericolose e possono creare problemi di salute al pari di quanto accade nelle persone obese o in sovrappeso.
Queste riserve di grasso infatti vengono metabolizzate dal fegato, e vengono convertite in colesterolo nel sangue, responsabile, come noto, di diverse patologie, dalla pressione alta alle malattie cardiache, dall’ictus al diabete.

Meno sale meno malattie cardiovascolari

sale

Riducendo di mezzo cucchiaino al giorno il consumo di sale aumenta il benessere della popolazione allo stesso modo di quanto si ottiene riducendo il colesterolo, l’obesità ed il vizio del fumo.
E’ quanto sostengono i ricercatori dell’Università della California a San Francisco, che hanno utilizzato modelli computerizzati di proiezione sui vantaggi di una riduzione del consumo di sale nella dieta quotidiana degli statunitensi.
In particolare a trarne vantaggio sarebbero i tassi di problemi cardiaci e degli attacchi di cuore, che potrebbero venir ridotti, grazie a questo semplice accorgimento, di circa il 13% se si riducesse di 3 grammi al giorno il consumo di sale (o 1200 milligrammi di sodio).

Framingham Heart Study

stetoscopio

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte e di malattia negli Stati Uniti. Per questo motivo nel 1948, è stato istituito il Framingham Heart Study, sotto la direzione del National Heart Institute e con la collaborazione dell’Università di Boston. Il grande progetto di ricerca, iniziato in quell’anno era indirizzato ad identificare quali fossero i più comuni fattori di rischio delle malattie cardiovascolari attraverso lo studio di un’intera comunità urbana, Framingham nel Massachusetts.

Un campione di 5.209 uomini e donne di età compresa tra i 30 ed i 62 anni sono quindi stati sottoposti periodicamente ad esami medici ed approfondite interviste sullo stile di vita ogni due anni. Nel 1971 la ricerca ha coinvolto anche la generazione di abitanti successiva, 5124 persone che rappresentavano i figli e coniugi del campione di popolazione originario arruolato nella prima fase.

Rimedi naturali, i pistacchi

pistacchio

Una nuova ricerca pubblicata on-line su Molecular Nutrition & Food Research, indica che i composti bioattivi presenti nei pistacchi hanno proprietà antinfiammatorie.
L’olio di pistacchio per esempio diminuisce i livelli di IFIT-2, un marcatore delle infezioni, intese come complesse reazioni biologiche agli stimoli nocivi provenienti da agenti patogeni, cellule danneggiate ed irritate, sovente associate a molte malattie croniche ed a disturbi come obesità e tumori.

Diete iperproteiche efficaci per il peso ma nocive per la circolazione

bistecca

Nuove ricerche scientifiche hanno dimostrato che una dieta ricca di grassi e ad alto contenuto calorico, insieme ad un basso contenuto di carboidrati, diventata in questi ultimi anni popolare con il nome di dieta Atkins, non è assolutamente più efficace di una tradizionale dieta povera di grassi e ricca di carboidrati.
Non solo, ma secondo lo studio realizzato da ricercatori del Royal Victoria Hospital di Belfast, e reso pubblico in occasione di due importanti appuntamenti britannici ed internazionali sui problemi legati alla salute, la National Obesity Week e la Giornata Mondiale del Diabete, la dieta in questione sembra aumentare sensibilmente il rischio di malattie cardiovascolari.

Nei diabetici la carenza di vitamina D aumenta il rischio di malattie cardiovacolari

vitamine

Ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis hanno voluto approfondire il meccanismo, già evidenziato da passati studi, per cui a bassi livelli di vitamina D nei pazienti con il diabete, corrisponde un aumento dei rischi di malattie cardiovascolari.
I ricercatori hanno scoperto che ciò accade perchè nei pazienti diabetici con bassi livelli di vitamina D le cellule del sangue non riescono ad elaborare il colesterolo in maniera normale, e quindi questo comincia ad accumularsi nel sistema arterioso, aumentando i rischi di infarto ed ictus.
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