Un recente studio condotto dai ricercatori israeliani dell’Università di Tel Aviv, ha scoperto che basse dosi di THC (il componente psicoattivo presente nella marijuana) possono proteggere il cervello dai danni causati da lesioni, mancanza di ossigenazione, convulsioni, tossicità da farmaci e così via.
marijuana
La marijuana riduce il rischio diabete e fa dimagrire
Secondo una ricerca americana pubblicata sull’American Journal of Medicine, condotta dagli scienziati dell’Università del Nebraska, dell’Harvard School of Public Health e del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, la marijuana sarebbe un ottimo alleato per i kg in eccesso e contro il diabete.
La marijuana potrebbe aumentare il rischio di cancro ai testicoli

La pericolosità della marijuana, che pure in numerosi Paesi del mondo verrebbe comunemente utilizzata per scopi terapeutici, viene confermata, ormai quasi giornalmente, dai sempre più numerosi studi che intenderebbero valutare gli effetti di sostanza stupefacente sull’organismo.
Marijuana a scopo terapeutico anche in Italia

La Regione Toscana (prima in tutta Italia), grazie ad una proposta di legge recentemente licenziata dalla Commissione Sanità del Consiglio Regionale, intenderebbe legalizzare, entro e non oltre mercoledì 2 maggio 2012 (giornata durante la quale le legge in questione dovrebbe ottenere la propria definitiva approvazione), la marijuana a scopo terapeutico.
Giocatori di poker consumano molte sostanze, legali ed illegali

Quattro giocatori di poker su cinque utilizzano droghe e sostanze, legali o illegali, per aumentare le proprie prestazioni al tavolo verde.
E’ questo il risultato di un’inchiesta realizzata da ricercatori della Nova Southeastern University di Fort Lauderdale, in Florida, che ha rilevato come, accanto a caffeina, bevande energetiche e guaranà, giocatori professionisti e non, in tutto il mondo, usano anche marijuana, cocaina, anfetamine, Valium ed una miriade di altri farmaci per migliorare il loro gioco.
E’ questo il risultato di un’inchiesta realizzata da ricercatori della Nova Southeastern University di Fort Lauderdale, in Florida, che ha rilevato come, accanto a caffeina, bevande energetiche e guaranà, giocatori professionisti e non, in tutto il mondo, usano anche marijuana, cocaina, anfetamine, Valium ed una miriade di altri farmaci per migliorare il loro gioco.
Sigarette, più che problemi comportamentali annunciano l’uso di marijuana

Fumare sigarette da molto giovani, più che i problemi comportamentali, potrebbero essere alla base del precoce consumo di marijuana tra gli adolescenti.
Lo ha constatato un recente studio realizzato da ricercatori olandesi su un campione di 1600 giovani, monitorati dall’età di 10 – 12 anni e, periodicamente in età superiore fino al compimento dei 18 anni.
Lo ha constatato un recente studio realizzato da ricercatori olandesi su un campione di 1600 giovani, monitorati dall’età di 10 – 12 anni e, periodicamente in età superiore fino al compimento dei 18 anni.
I risultati hanno mostrato che l’associazione tra ciò che i ricercatori hanno definito con il termine “esternalizzazione di problemi comportamentali”, come problemi di condotta scolastica, deficit di attenzione ed iperattività, o anche la tendenza alla contrapposizione ed al conflitto non hanno sortito risultati coerenti rispetto all’uso della marijuana.
La marijuana attenua i danni al cervello provocati dall’alcool

La marijuana offre una protezione al cervello contro i danni cerebrali provocati dall’assunzione massiccia di alcool.
Un equipe di ricercatori dell’Università di San Diego, in California, che ha pubblicato lo studio sulla rivista scientifica Neurotoxicology and Teratology riporta i dati di una ricerca condotta attraverso l’uso di sofisticate scansioni della materia cerebrale su un campione di giovani.
Questi sono stati suddivisi in tre gruppi: un gruppo di consumatori di marijuana e forti bevitori, un gruppo di forti bevitori ma non usi al consumo di marijuana ed un gruppo di controllo che non aveva nessuna esperienza né nell’uso della sostanza stupefacente né dell’alcool.
Un equipe di ricercatori dell’Università di San Diego, in California, che ha pubblicato lo studio sulla rivista scientifica Neurotoxicology and Teratology riporta i dati di una ricerca condotta attraverso l’uso di sofisticate scansioni della materia cerebrale su un campione di giovani.
Questi sono stati suddivisi in tre gruppi: un gruppo di consumatori di marijuana e forti bevitori, un gruppo di forti bevitori ma non usi al consumo di marijuana ed un gruppo di controllo che non aveva nessuna esperienza né nell’uso della sostanza stupefacente né dell’alcool.