Mal d’ufficio, come combatterlo

Hands over keyboard

Abbiamo parlato recentemente di patologie o di brutte abitudini legate al posto di lavoro come il desk eating ad esempio, che è un’abitudine alimentare errata perchè non permette un corretto apporto calorico.
Abbiamo parlato anche di problemi ben più gravi che portano la persona ad avere veri e propri attacchi d’ansia come nel caso del mobbing subito; oggi invece vogliamo parlare del fatto che, trascorrendo la maggior parte della giornata seduti di fronte ad una scrivania, è importante fare delle pause, anche soltanto di un minuto, per aiutare il sistema cardiocircolatorio a funzionare correttamente.

Lo stress sul lavoro: come combatterlo

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Già abbiamo parlato del mobbing sul lavoro e dell’ansia che provoca nella persona che ne è vittima e di come le donne in carriera siano più a rischio di problemi cardiaci rispetto agli uomini.
Oggi uno studio dimostra che più del11% degli italiani soffre di stress lavorativo e presenta disturbi psicologici legati al proprio ambiente di lavoro.
La diretta conseguenza a questo è uno scarso rendimento sul lavoro, sia per una diminuzione delle capacità produttive che per i giorni di lavoro persi.
Lo stress viene percepito da chi ne soffre come una causa di un fattore ambientale ma in realtà è molto soggettivo, in quanto non è l’ambiente circostante ad influenzare le persone, bensì il modo in cui lo si percepisce.

Rischio di problemi cardiaci per le donne in carriera

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Le donne in carriera hanno una probabibilità molto più alta di contrarre malattie cardiovascolari provocate da un forte stress.
L’incidenza di problemi caridaci come l’ictus o l’infarto, sarebbe molto più alta nelle donne che hanno forti aspirazioni in ambito lavorativo e svolgono un mestiere stressante, rispetto a donne che svolgono lavori meno impegnativi.
Altro fattore determinante è il tasso di creatività che si ha nel lavoro, infatti coloro che svolgono un mestiere che non dà molto spazio a questo, sono molto più a rischio cardiaco più elevato mentre le donne che soo preoccupate di poter perdere il lavoro sono soggette a ipercolesterolemia e ipertensione.
Il tasso di rischio in queste donne è pari a quello che incide sul fumo di sigaretta o sull’assunzione di alcolici.

La rabbia aiuta a raggiungere gli obiettivi

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La rabbia è ritenuta un sentimento negativo che obnubila la mente e aumenta la pressione arteriosa ma in realtà, se utilizzata nel modo giusto, diventa un motore per raggiungere gli obiettivi.
Secondo i ricercatori di un università olandese infatti, la rabbia attiverebbe alcune aree dell’emisfero sinistro del cervello che in genere sono associate alle emozioni positive.
Le persone diventano quindi motivate a fare qualcosa di concreto per raggiungere l’obiettivo che risulta essere gratificante per loro.
Così è stato condotto un esperimento, sono stati raggruppati alcuni volontari alla visione di alcuni oggetti comuni su un monitor, come ad esempio una penna o un piatto, prima però che comparisse l’oggetto in quesione, sul monitor compariva per un brevissimo lasso di tempo la foto di un viso con un’espressione neutrale, oppure arrabbiato o con esperssione di dolore e i volontari associavano inconsciamente all’oggetto che si palesava sullo schermo poco dopo.
Successivamente, ai volontari è stato chiesto di stringere una manopola nel momento in cui desideravano un oggetto, chi la stringeva più forte lo otteneva, accaparrandosi il premio. Il risultato è stato che coloro i quali vedevano immagini di volti rabbiosi tendevano a stringere molto di più.

Tipologie di mobbing

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Verso la fine degli anni Ottanta, lo psicologo svedese Heinz Leymann ha parlato di mobbing nell’accezione in cui la consideriamo oggi, ossia quell’insieme di comportamenti violenti che portano all’esclusione di un individuo all’interno di un ambiente lavorativo.
Il termine mobbing in Italia si inizia ad usare a metà degli anni Novanta grazie allo psicologo del lavoro Haraid Ege che spiega il fenomeno come una forma di terrorismo psicologico sul posto di lavoro, che si manifesta tramite comportamenti aggressivi e vessatori da parte dei colleghi o dei datori stessi.
Esistono diverse tipologie di mobbing: verticale, orizzontale, collettivo, esterno e doppio mobbing.
Mobbing verticale: avviene quando è attuato da un superiore nei confronti di un dipendente subordinato o viceversa, sia dal singolo dipendente nei confronti del capo o di un gruppo di colleghi verso il datore di lavoro.

Mobbing che cos’è e cosa provoca

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Da qualche anno in Italia si è dato un nome ad un fenomeno che c’è sempre stato ma che soltanto adesso è diventato un caso, il mobbing.
Il mobbing indica una serie di comportamenti violenti che vanno dagli abusi psicologici a alle vessazioni ed all’allontanamento che vengono perpetrati da una o più persone nei confronti di un individuo più debole, prolungato nel tempo che genera in chi ne è vittima un forte stress emotivo fino ad arrivare ad una vera e propria sensibilità alla depressione che innesca appunto un circolo vizioso per la paura di essere presi dall’ansia.
il trmine mobbing è stato coniato negli anni Settanta dall’etologo Konrad Lorenz, il quale voleva descrivere un comportamento aggressivo tra individui facenti parte di uno stesso gruppo con lo scopo di escludere un membro dello stesso gruppo.

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