Il bilinguismo come prevenzione del Morbo di Alzheimer, malattia neurodegenerativa che secondo un recente studio potrebbe essere ritardata grazie alla conoscenza delle lingue. Alcuni studiosi italiani coordinati dalla professoressa Daniela Perani, direttrice dell’Unità di Neuroimaging molecolare e strutturale in vivo nell’uomo dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, hanno monitorato alcuni pazienti affetti dalla malattia notando come quelli bilingue fossero riusciti a ritardarne i primi segnali.
morbo di Alzheimer
Alzheimer, come si fa la diagnosi
La malattia di Alzheimer è la più comune forma di demenza nelle persone di età superiore ai 65 anni, con leggera prevalenza nel sesso femminile. Il rischio di contrarre una qualunque forma di demenza aumenta con l’età e può arrivare a riguardare, dopo gli 80 anni, anche una persona su 6, con sintomi più o meno gravi. L’Alzheimer comunque può riguardare anche persone più giovani: tra i 40 ed i 65 anni si stima un caso su 20 delle nuove diagnosi. Ma come si giunge a questa? Quando andare dal medico?
Morbo di Alzheimer causato da un virus?
Il temibile e terribile Morbo di Alzheimer potrebbe essere causato da un virus, il citomegalovirus (CMV): si tratta di un virus estremamente comune e tendenzialmente innocuo che risulta pericoloso solo in gravidanza.
In realtà chi contrae il citomegalovirus ne resta contagiato per tutta la vita anche se le maggior parte delle infezioni da CMV è silente e l’individuo neppure si accorge di averlo contratto: i sintomi (mal di gola, febbre, ghiandole gonfie) spesso si manifestano solo nelle persone con il sistema immunitario indebolito.
Cura per l’Alzheimer nascosta nell’intestino
Secondo uno studio, nato dalla collaborazione di ricercatori del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità con quelli del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie e del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna, una tossina prodotta da Escherichia coli (un batterio che si trova nel tratto gastrointestinale) potrebbe nascondere una cura per l’Alzheimer.
Vitamina B per ridurre il rischio di Alzheimer
Secondo un recente studio dell’Università di Oxford, coordinato dal dottor David Smith, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), alcune vitamine del gruppo B sono in grado di proteggere dalla demenza e dall’Alzheimer riducendo la presenza di omocisteina.
Spumante e Champagne utili contro l’Alzheimer
Una recente ricerca condotta dai ricercatori britannici dell’Università di Reading Giulia Corona, Jeremy Spencer, David Vauzour, Justine Hercelin e Claire M. Williams, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Antioxidants & Redox Signaling, ha rilevato che spumanti e champagne possono migliorare la memoria spaziale, contrastare la demenza o il deficit cognitivo oltre che l’Alzheimer.
Olio di oliva efficace contro l’Alzheimer
L’olio extravergine d’oliva, un alimento tutto naturale dalle mille virtù: pare infatti che sia in grado di proteggere il cervello dalla presenza di placche amiloidi, ma anche di ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista ACS Chemical Neuroscience e coordinato dal dottor Amal Kaddoumi dell’Università della Louisiana, l’olio d’oliva in pratica sarebbe in grado di poter eliminare dal cervello le proteine beta amiloidi, le stesse che vengono associate al morbo di Alzheimer.