Cereali della prima colazione: sono davvero così salutari?

cereali

L’azienda alimentare Kellogg, conosciuta soprattutto per la produzione di cereali da prima colazione è stata nuovamente criticata dalla Food and Drug Administration statunitense, il massimo organismo di controllo sugli alimenti nella nazione americana, per aver fornito ai suoi consumatori informazioni falsate sull’apporto nutritivo di uno dei prodotti di punta dell’azienda, i Rice Crispies.
La pubblicità presente sulle confezioni sul fatto che questo sia un cibo salutare per i bambini non sarebbe scientificamente provata.

Michelle Obama stimola le industrie alimentari a lottare contro l’obesità

bimbo2

Quando la First Lady statunitense Michelle Obama ha deciso, alcuni mesi fa, di scendere in campo per combattere l’obesità infantile, un fenomeno che negli Stati Uniti ha le caratteristiche di una vera e propria piaga sociale, si era pensato che le industrie alimentari avrebbero fatto in qualche modo la loro parte, anche se non si sapeva ancora in che modo.
In questi giorni la signora Obama ha annunciato che l’impegno di grandi aziende come Kraft, PepsiCo e Kellogg è una realtà di fatto, dato che questi hanno dichiarato la volontà di tagliare nei loro prodotti 1.500 milioni di calorie nel corso dei prossimi 5 anni.

Variante genetica responsabile di obesità e rischio Alzheimer

overweight

Una variante genetica che occorre ad uno specifico gene, denominato FTO, non solo è dannosa perchè responsabile di accumulo indesiderato di grasso ma anche perchè può provocare un invecchiamento precoce del cervello e renderlo perciò più vulnerabile a disturbi come la demenza senile o il morbo di Alzheimer.

Un gene molto diffuso tra la popolazione che non solo contribuisce a far prendere peso ma invecchia il cervello di 16 anni rispetto al normale, è il commento del professor Paul Thompson, neurologo presso l’Università di California a Los Angeles, che ha condotto lo studio recentemente pubblicato sulla rivista Proceedings della National Academy of Sciences.

Farmaco per combattere l’obesità senza effetti collaterali

child

L’obesità è senza dubbio una delle patologie più diffuse, il problema è che non sempre si riesce a prevenirla, solo da pochissimo tempo sono state infatti attivate delle campagne per mettere al corrente le persone dai rischi che si corrono quando si è in sovrappeso, nella maggior parte dei casi quindi ci si trova a doverla combattere.

Per fortuna però ci sono delle buone notizie, un gruppo di scienziati italiani coordinati da Uberto Pagotto, endocrinologo dell’Alma Mater, sono riusciti a realizzare un farmaco per combattere l’obesità che è privo di ogni effetto coollaterale.

L’abuso di alcool incentiva scelte alimentari più dannose

aperitivo

Il bicchiere di vino rosso o il boccale di birra non aggiungono solo calorie alla dieta quotidiana, ma incentivano anche pessime abitudini alimentari, secondo quanto scoperto da uno studio congiunto di alcuni importanti organismi scientifici e medici statunitensi, tra i quali il National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, il National Cancer Institute, ed il Dipartimento americano dell’agricoltura.
Pubblicato sulla rivista Journal of American Dietetic Association, lo studio ha rilevato che il consumo di bevande alcoliche è associato ad una dieta di scarsa qualità.

Esiste la dipendenza da “junk food”?

junk food

Le persone obese spesso sostengono che a loro piacerebbe mangiare di meno ma che non ci riescono. Un recente studio pubblicato su Neuroscience rivela che ci può essere più di un fondo di verità in questa affermazione.
Una teoria che troverebbe la sua conferma nella ricerca eseguita su un gruppo di topi da laboratorio. Questi, nutriti con “cibo spazzatura” (quello che gli inglesi chiamano junk food costituito prevalentemente da cibi industriali ed alimenti ricchi di grassi e di zuccheri), non solo hanno in poco tempo acquisito peso corporeo, ma sono risultati sviluppare un’attitudine compulsiva nei confronti del cibo, al punto da non rinunciarvi nemmeno quando, per raggiungerlo, dovevano sopportare una sgradevole scarica elettrica.

Ridurre il sale nei cibi, un’obiettivo per le industrie alimentari

sottiletta

La lotta che Michelle Obama ha intrapreso contro la diffusione dell’obesità tra gli adolescenti e la popolazione americana in generale sembra aver ottenuto i primi risultati sul fronte della sensibilizzazione delle industrie alimentari. Così in questi giorni si è appreso che l’azienda alimentare Kraft, tra le più potenti multinazionali del settore, sta prendendo in considerazione un progetto che dovrebbe andare a ridurre il sale del 10% nei suoi prodotti entro i prossimi 2 anni.
Può sembrare poco, ma una recente ricerca, pubblicata su Annals of Internal Medicine, ha appurato che una riduzione di tale dimensione su scala nazionale ridurrebbe in quel paese di circa 32 milioni di dollari i costi per la salute.
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.