Virus che potrebbe sterminare l’umanità

Non stiamo parlando, vogliamo subito rassicurare i nostri lettori, di una nuova patologia individuata in qualche anfratto nascosto e perduto del globo, pronto a diffondersi per sterminare panico, morte e disperazione.

Individuato DNA della Morte Nera

Una notizia davvero molto sensazionale sarebbe stata diffusa in questi giorni dai ricercatori congiunti delle università di MacMaster, in Canada, e di Tubinga, in Germania che, recentemente, sarebbero riusciti a sequenziare l’intero DNA della Morte Nera, altrimenti conosciuta come peste bubbonica, la terribile pestilenza che, nel 1300, sconvolse e decimò la popolazione europea, riuscendo altresì ad individuare nel batterio Yersinia Pestis il responsabile non soltanto della Morte Nera bensì di qualsiasi altra pestilenza verificatasi da allora in tutto il mondo.

NUOVO BATTERIO KILLER INDIVIDUATO IN EUROPA

Registrate trasformazioni genetiche del virus H1N1 sugli animali

maiale

Il virus dell’influenza suina H1N1 emersa la scorsa primavera è rimasto geneticamente stabile negli umani nel corso di questo ultimo anno e mezzo, mentre, secondo alcuni ricercatori in Asia nei suini ha sviluppato profonde trasformazioni nello stesso arco temporale.
Il timore è che queste modifiche genetiche potrebbero alla lunga sortire un qualche virus più potente di quelli attualmente in circolazione.

Conflitto di interessi dietro alla pandemia di influenza suina?

microscopio

Alcuni scienziati che avrebbero avuto un ruolo fondamentale nella decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di dichiarare lo scorso anno la pandemia di influenza suina sarebbero stati legati in qualche modo alle industrie farmaceutiche che per prime avrebbero tratto profitto dallo stoccaggio dei farmaci anti-influenzali.
Lo rivela il British Medical Journal sostenendo che se il legame di questi era già noto in altre pubblicazioni, nei documenti dell’OMS non se ne faceva menzione.

Quale lezione dalla passata pandemia?

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Sulla pagina dedicata alla salute del Los Angeles Times è comparso ieri un articolo che elenca una serie di considerazioni su quello che è stata l’esperienza della pandemia dell’influenza suina, identificando cosa ha funzionato e cosa invece sarebbe da rivedere nel caso in futuro ci sia un’altra emergenza simile.
Tra i dati positivi, riportati su un editoriale comparso su Nature, sicuramente il comportamento della comunità scientifica e medica internazionale: ricercatori e scienziati hanno infatti condiviso e pubblicato i dati sullo sviluppo della malattia in maniera efficiente ed aperta, approfondendo tutti i dati a loro conoscenza sullo sviluppo del virus.

Pandemia: ultime dichiarazioni dell’OMS

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Il capo della Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Margaret Chan, ha rilasciato recentemente alcune dichiarazioni in merito all’andamento dell’influenza suina, l’ultima pandemia che ha coinvolto il pianeta tra la primavera dello scorso anno e l’inizio della stagione invernale in Occidente.
Secondo l’organizzazione, sebbene il decorso della pandemia sia stato più leggero rispetto alle aspettative, la pandemia di influenza suina a livello mondiale non è ancora finita e il virus potrebbe sempre andare incontro ad una mutazione.
Margaret Chan ha detto che è importante “evitare l’autocompiacimento”, nonostante che i segnali diano la malattia come in regressione sia in Nord America sia negli stati europei. In seguito ha anche dichiarato che il virus è ancora attivo in molti paesi, tra cui India ed Egitto.

Primo caso di trasmissione di virus dell’influenza suina farmaco-resistente

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Funzionari della sanità britannici hanno recentemente dichiarato che si è verificato il primo caso di trasmissione di virus dell’influenza suina resistente al farmaco Tamiflu, attualmente uno dei più efficaci contro la diffusione della nuova influenza virale. Ciò si sarebbe verificato all’ospedale universitario del Galles, ed avrebbe coinvolto cinque persone tre delle quali avrebbero contratto l’influenza proprio all’interno delle strutture sanitarie.
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