Nuovo rapporto OMS sull’influenza suina

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Il numero di decessi causati dall’influenza suina continua a crescere, secondo un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tanto che in quest’ultima settimana la quota di decessi ha toccato le 700 unità. Fino al 25 ottobre i casi di decesso per influenza suina segnalati sono stati 5700, con un incremento notevole nell’ultima settimana, con almeno 700 nuovi casi.
L’aumento maggiore si è registrato nelle Americhe, dove sono stati contati 4.175 decessi, con un’impennata di 636 casi solo nell’ultima settimana.

Quando finirà l’allarme per la pandemia?

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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nello scorso giugno aveva decretato il livello 6 per l’influenza suina, di fatto dichiarandola una pandemia, ci vorranno anni prima che questa ritorni ad essere riportata ai livelli di una normale influenza stagionale.
L’allarme resterà quindi tale fino a quando non si verificherà un miglioramento sensibile nella diffusione del contagio.
Ad oggi, tuttavia, non c’è ancora nessuna indicazione su quando ciò potrebbe accadere.
Nelle pandemie passate ci è voluto infatti diverso tempo perchè il virus diventasse meno contagioso, fenomeno che generalmente accade quando le persone cominciano a sviluppare gli anticorpi o si diffondono i vaccini: di norma in passato ciò avveniva nell’arco di due-tre anni.

Lavarsi le mani, mascherine e guanti sono la prevenzione più efficace contro l’influenza

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Farmaci, igiene personale, mascherina protettiva e quarantena sono alcuni degli strumenti di prevenzione che vengono adottati per proteggere da infezioni di carattere virale come l’influenza, e, ultimamente, su di essi, visto il diffondersi della pandemia di influenza suina si è puntata molto l’attenzione, anche per verificare quali di queste strategie sia la migliore.
Un recente aggiornamento di uno studio condotto nel 2007, i ricercatori del Cochrane Acute Respiratory Infections Group hanno verificato 59 recenti studi che investigavano l’efficacia delle varie forme di prevenzione, confrontandole tra di loro.

Virus dell’influenza suina scoperto nei tacchini in Cile

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Scoperto in Cile il virus dell’influenza suina in un allevamento di tacchini. La notizia è di quelle che fanno preoccupare le autorità sanitarie, e che possono alimentare una preoccupazione diffusa che per ora fortunatamente non si è ancora espressa in tutte le sue potenziali conseguenze.
Gli scienziati infatti temono che il virus potrebbe teoricamente mescolarsi con ceppi più pericolosi, così come ha già fatto diffondendosi dai suini all’uomo.
Le autorità cilene hanno segnalato il fatto già all’inizio della scorsa settimana: due allevamenti di pollame nei pressi del porto di Valparaiso sono risultati colpiti dalla H1N1.

A che punto siamo con la pandemia di influenza suina?

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L’autorevole organo statunitense di controllo della salute, il Centers for Disease Control and Prevention ha rilasciato oggi nuove valutazioni sullo scenario mondiale presente e futuro per quanto riguarda lo sviluppo dell’influenza suina.
Il virus H1N1 sembra rimanere stabile, e non presentare mutazioni, una delle maggiori preoccupazioni delle autorità sanitarie mondiali da quando il virus aveva fatto la sua comparsa in Messico lo scorso aprile.

L’influenza suina approda in India

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Nella zona occidentale della città di Pune, in India, tra le più colpite dall’epidemia di influenza suina, si sono registrati sei casi piuttosto gravi, ed il virus sembra ormai propagarsi a velocità notevoli in tutto il continente indiano, secondo i funzionari si è già a quota 800 casi.
Sei in totale sono i morti accertati fino ad oggi, un medico indigeno ed un bambino di 4 anni nella città di Pune Chennai, un insegnante di 42 anni nella stessa città, un uomo d’affari di 43 anni ad Ahmedabad nel Gujarat, ed una donna di 53 anni a Mumbai. Il primo caso di morte in India per via dell’influenza suina era stato registrato il lunedì della scorsa settimana, una ragazza quattordicenne.

Influenza suina presente in 160 paesi

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Il virus dell’influenza suina ha raggiunto 160 paesi e potrebbe infettare due miliardi di persone entro i prossimi due anni. Questi i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e riportati nelle dichiarazioni di un alto funzionario dell’agenzia internazionale, il Dott. Keiji Fukuda.
Secondo il medico il virus finora ha dimostrato solo le sue potenzialità di sviluppo ed è in una fase iniziale, e che nei prossimi mesi ed anni esso continuerà la sua incessante diffusione.
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