Secondo quanto scoperto da un recente studio condotto dai ricercatori francesi del Preventive and Clinical Investigations Centre di Parigi, chi beve grandi quantità di tè e/o caffè ogni giorno avrebbe una pressione del sangue più bassa.
pressione sanguigna
Usare il telefono fa salire la pressione del sangue
Secondo quanto scoperto da uno studio portato avanti dai medici dell’Ospedale Guglielmo Da Saliceto di Piacenza, parlare al telefono fa aumentare in maniera importante la pressione sanguigna, con valori che durante la ricerca sono saliti in media da 121/77 a 129/82.
Abbassare la pressione del sangue con le barbabietole
Secondo un recente studio condotto da un team di ricercatori del Barts Health NHS Trust e del London Medical School, il succo delle barbabietole sarebbe in grado di abbassare la pressione del sangue.
Misurare la pressione su entrambe le braccia per individuare malattie cardiache

Tutti sanno, poiché universalmente noto, come il valore della pressione sanguigna possa essere un valido ed efficiente indicatore del generale stato di salute dell’organismo.
Sottoporsi, quanto più frequentemente possibile, a questa veloce, semplice ed indolore pratica medico-clinica, dunque, potrebbe consentirci di individuare e risolvere, con largo anticipo, qualsiasi sorta di problematica, specie se a carico del sistema cardiocircolatorio.
Preeclampsia

Abbiamo parlato di come la gravidanza che è un momento comune per molte donne, può essere diverso per ognuna a partire dai primi sintomi che si presentano nelle prime settimane di gravidanza e che spesso non vengono riconosciuti; abbiamo poi parlato anche della possibilità che la gravidanza sia asintomatica oppure extrauterina e dell’importanza di recarsi da un ginecologo appena si ha il sospetto di essere incinte.
Oscillazione elevata della pressione fattore di rischio per ictus e infarto

Forti variazioni della pressione sanguigna potrebbero essere in futuro inserite tra i fattori di rischio di attacchi cardiaci ed ictus. E’ quanto risulta da un recente studio condotto nel Regno Unito, e recentemente presentato al meeting annuale della American College of Cardiology, una delle più importanti associazioni mediche statunitensi sulla salute del cuore.
Fino ad oggi si pensava che la pressione alta fosse un fattore di rischio, ma la scienza medica ha piano piano scoperto che questa è particolarmente più pericolosa quando i livelli di pressione variano notevolmente da momento a momento.
Lo studio ha coinvolto 19000 pazienti, già in cura per la pressione alta con due diversi tipi di farmaci, beta-bloccanti o calcio-antagonisti.
Fino ad oggi si pensava che la pressione alta fosse un fattore di rischio, ma la scienza medica ha piano piano scoperto che questa è particolarmente più pericolosa quando i livelli di pressione variano notevolmente da momento a momento.
Lo studio ha coinvolto 19000 pazienti, già in cura per la pressione alta con due diversi tipi di farmaci, beta-bloccanti o calcio-antagonisti.
Emicrania associata ad un maggior rischio di infarto

Le persone con emicrania hanno più probabilità di avere attacchi di cuore.
Lo afferma una ricerca recente pubblicata sulla versione online della rivista Neurology, che riporta lo studio di ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine di New York che hanno confrontato l’incidenza degli attacchi di cuore su un campione di più di 6000 persone sofferenti di emicrania e su un campione di 5000 persone sane.
Si è riscontrato così che nei pazienti con emicrania gli attacchi di cuore avevano un’incidenza del 4,1%, mentre nel gruppo di controllo essa si fermava all1,9%.
Non è il primo studio in merito, sostengono i ricercatori.
Lo afferma una ricerca recente pubblicata sulla versione online della rivista Neurology, che riporta lo studio di ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine di New York che hanno confrontato l’incidenza degli attacchi di cuore su un campione di più di 6000 persone sofferenti di emicrania e su un campione di 5000 persone sane.
Si è riscontrato così che nei pazienti con emicrania gli attacchi di cuore avevano un’incidenza del 4,1%, mentre nel gruppo di controllo essa si fermava all1,9%.
Non è il primo studio in merito, sostengono i ricercatori.