Lavarsi le mani, mascherine e guanti sono la prevenzione più efficace contro l’influenza

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Farmaci, igiene personale, mascherina protettiva e quarantena sono alcuni degli strumenti di prevenzione che vengono adottati per proteggere da infezioni di carattere virale come l’influenza, e, ultimamente, su di essi, visto il diffondersi della pandemia di influenza suina si è puntata molto l’attenzione, anche per verificare quali di queste strategie sia la migliore.
Un recente aggiornamento di uno studio condotto nel 2007, i ricercatori del Cochrane Acute Respiratory Infections Group hanno verificato 59 recenti studi che investigavano l’efficacia delle varie forme di prevenzione, confrontandole tra di loro.

Il preservativo riduce il contagio dell’herpes del 30%

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Le persone che utilizzano regolarmente il preservativo possono ridurre il rischio di contrarre l’herpes genitale del 30 per cento. Questo è quanto rilevato da uno studio pubblicato a luglio sulla rivista Archives of Internal Medicine.
Fino ad oggi molti studi erano stati condotti per verificare il grado di protezione del preservativo nei confronti di una serie di malattie sessualmente trasmissibili, come il virus dell’HIV, la gonorrea, la clamidia, ma anche l’epatite e la sifilide, ma nessuno studio era stato orientato a studiare in particolare il livello di prevenzione dell’uso del preservativo nei confronti dell’infezione da herpes simplex di tipo 2.

Melanoma: la regola dell’ABCDE

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La regola dell’ABCDE è un metodo ormai consolidato che può aiutare nell’individuazione di eventuali formazioni di melanoma, il tumore alla pelle dovuto alla degenerazione evolutiva dei melanociti, le cellule che si occupano della produzione di melanina che serve alla pigmentazione della pelle.

Tumore al seno

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Il tumore al seno è uno dei più frequenti nel sesso femminile, colpisce circa 1 donna su dieci ed è la maggiore causa di mortalità tra le donne colpite da tumori.

Le tipologie di tumore al seno sono essenzialmente due, i tumori invasivi, che cioè si diffondono oltre il punto da cui si formano e quelli non invasivi che invece restano stabili nel luogo in cui si sono formati, ma che, se non curati, possono a loro volta diffondersi.

Febbre suina: efficaci i provvedimenti e le raccomandazioni

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Ora che sembra essere passato il peggio, a parte la situazione del Messico dove il numero di colpiti dall’influenza suina (H1N1) è stato il più alto così come il numero dei decessi, e che la malattia ormai sembra avere un decorso standard come altre in passato e non essere più particolarmente insidiosa e pericolosa, ci si chiede se tutto la grande attenzione e la mobilitazione internazionale, il flusso enorme di informazioni e, insomma la grande mediatizzazione dell’episodio siano stati utili o molto al di sopra delle righe.

Così come ci si chiede se erano necessari tutti i provvedimenti attuati, la chiusura di scuole ed uffici pubblici, la messa in quarantena delle persone colpite dal morbo influenzale, persino la raccomandazione, urlata a squarciagola di prestare la massima attenzione all’igiene e di lavarsi spesso le mani.
La risposta è si. Era necessario. Perchè tale attenzione a livello mondiale ha contribuito come mai prima d’ora a contenere sul nascere un’influenza che avrebbe potuto anche dimostrarsi molto più pericolosa di quello che è stata effettivamente.

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