Un amica magra che si abbuffa influisce sul nostro autocontrollo sul cibo

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Avere un’amica magra, capace di abbuffarsi di cibo e non prendere peso, può influenzare il nostro rapporto con il cibo indifferentemente dal nostro specifico metabolismo e dalle nostre esigenze alimentari.
Alcuni ricercatori della University of British Columbia a Kelowna in Canada, hanno condotto uno studio interessante, pubblicato su Journal of Consumer Research, proprio per esplorare quale sia l’influenza dell’ambiente sociale che ci circonda sulle nostre abitudini alimentari. In particolare i ricercatori hanno voluto osservare su un gruppo di studenti, la differenza nell’assumere cibi quando il compagno di studio o di gioco è magro oppure sovrappeso.

Certi grassi stimolano il cervello ad inibire i regolatori dell’appetito

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E’ inutile sperare che il nostro organismo ponga un freno alla nostre tendenza a mangiare, soprattutto se i cibi in questione sono ricchi di determinati tipi di grassi. Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’ UT Southwestern Medical Center ha scoperto che, negli animali da laboratorio, il grasso di certi cibi che mangiamo raggiunge direttamente il cervello.
Lì le molecole di grasso inducono il cervello ad inviare all’organismo segnali inibitori dell’azione dell’insulina e della leptina, il cui compito è quello di sopprimere l’appetito. Entrambi sono ormoni, ed hanno una funzione fondamentale nella regolazione del peso corporeo.

Mangiare di notte fa aumentare con più facilità di peso

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Mangiare tardi la notte aumenta il rischio di accumulare peso.
E’ questo il risultato di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Obesity, e realizzato da un’equipe di ricercatori della Northwestern University in Illinois (USA).
L’esperimento è stato condotto su due gruppi di topi da laboratorio, ed è durato per sei settimane durante le quali gli animali erano nutriti con una dieta ad alto contributo di grassi, in momenti differenti del “ciclo di veglia”, ovvero i momenti della giornata regolati dal nostro orologio biologico, il ritmo circadiano.

Lo yoga aiuta a migliorare le abitudini alimentari

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Praticare regolarmente lo yoga può contribuire ad un maggior controllo delle abitudini alimentari e quindi ad un approccio più salutare alla vita.
I risultati della ricerca condotta da ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, pubblicati sul Journal of the American Dietetic Association illustrano i dati di un’indagine condotta su più di 300 persone che frequentano nell’area di Seattle i centri ginnici, di yoga, e di fitness.

Una dieta ricca di grassi dannosa anche a breve termine

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Se studi e ricerche recenti hanno ampiamente dimostrato che una dieta ad alto contenuto di grassi è decisamente dannosa per la salute, non era ancora stato così chiaramente stabilito quanto questo effetto fosse rapido come nello studio condotto da un equipe di ricercatori dell’Università di Oxford. Secondo gli scienziati infatti l’apporto di cibi grassi può essere dannoso per la salute anche a breve termine.
Per sperimentare questa ipotesi i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti sui topi da laboratorio.

Pesce, un alimento salutare con qualche precauzione

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Il pesce è l’unico alimento che fornisce direttamente al nostro organismo grandi quantità di acidi grassi omega-3 che sono stati riconosciuti come importanti nel ridurre il rischio di infarto e ictus.
Gli omega-3 sono anche riconosciuti validi nel migliorare l’umore, prevenire alcune forme tumorali e ridurre il rischio di malattie agli occhi.
Le persone affette da malattie coronariche ne hanno bisogno per esempio di circa un grammo al giorno di questi acidi grassi, e sovente devono ricorrere ad integratori alimentari per ottenerlo nella giusta misura.

Alzheimer: il curry aiuta a prevenire

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Mangiare curry una o due volte alla settimana potrebbe aiutare a prevenire l’insorgenza del morbo di Alzheimer e la demenza senile. Questi i risultati di uno studio condotto da alcuni ricercatori americani, che evidenziano la possibilità che uno degli ingredienti presenti nel curry, che, ricordiamo, non è una spezia ma un melange di diversi ingredienti, impedisce la formazione delle placche della proteina amiloide all’interno del cervello, responsabili dell’insorgenza dell’Alzheimer e dei casi di demenza senile.
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