Può un normalissimo reggiseno sportivo aiutare le donne di tutto il mondo ad individuare, anche con largo anticipo, qualsiasi sintomo che possa venir più o meno direttamente correlato al cancro al seno?
Direttamente dal Center for Human Reproduction di New York City, negli Stati Uniti d’America, è giunta in questi ultimi giorni la notizia, davvero molto confortante, che un team di ricercatori statunitensi avrebbe individuato una particolare mutazione genetica che dovrebbe riuscire a consentire lo sviluppo di nuovi, più efficaci ed economici, test diagnostici per la valutazione, precoce e, dunque, decisamente vantaggiosa dal punto di vista terapeutico, del rischio di sviluppare un tumore al seno o un tumore alle ovaie.
L’attività fisica quotidiana e costante nel tempo, per quanto moderata e tutt’altro che intensa essa sia, avrebbe ormai da tempo dimostrato la propria efficacia e la propria importanza per la salute umana contribuendo, in taluni particolari casi, sin’anche alla riduzione del rischio di sviluppare un qualsiasi tumore.
Che l’obesità sia un chiaro fattore di rischio per lo sviluppo delle più differenti patologie, dal diabete alle malattie cardiache, dall’ipertensione ai tumori, dovrebbe ormai essere diventato un concetto talmente chiaro da indurre chiunque sia obeso, o semplicemente sovrappeso, a decidere di nutrirsi in maniera decisamente più corretta, nonché a svolgere maggiore attività fisica, così da dimagrire nel minor tempo possibile e con il maggior beneficio possibile.
Una donna che ardentemente desiderasse diventare madre, ma che, purtroppo, non potrebbe esserlo naturalmente, sarebbe probabilmente disposta, nel caso in cui il proprio desiderio sia veramente vivo e profondamente sentito, a tentare qualsiasi strada possibile pur di raggiungere il proprio obiettivo.
Le protesi mammarie, a meno che, queste ultime, non siano da considerarsi, specialmente a causa di gravi malformazioni congenite piuttosto che a causa di serissimi ed oltre modo rilevanti problemi medici di carattere fisico piuttosto che psicologico, saranno assolutamente vietate alle minori di anni 18.
Nonostante tutto l’impegno profuso dalle istituzioni internazionali piuttosto che dalle più differenti organizzazioni non-profit o dai più rinomati centri universitari di ricerca, il cancro al seno rimane, purtroppo, una delle più frequenti e mortali patologie oncologiche tipicamente femminili.