Meno rischio di tubercolosi tra i pazienti sieropositivi vaccinati

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L’infezione polmonare è la più comune causa di morte tra i pazienti affetti da HIV nel continente africano, un problema che ha spinto i ricercatori di tutto il mondo ad analizzare gli effetti dei trattamenti terapeutici sulla popolazione affetta dal virus, alla ricerca di una strategia efficace nel combattere le infezioni che colpiscono i malati di AIDS.

Journal AIDS ha pubblicato in questo senso una ricerca svolta da scienziati della Dartmouth Medical School di recente in Tanzania, che sembra aver scoperto che il vaccino antitubercolare nei pazienti con HIV permette agli ammalati di evitare la pericolosa infezione polmonare.

Vaiolo

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Il vaiolo è una malattia infettiva grave e contagiosa che può avere un decorso fatale.
Non esiste un trattamento per curarlo, anche se la prevenzione, ed in particolare l’introduzione del vaccino, ha fatto si che le autorità sanitarie abbiano potuto ad oggi constatare come il vaiolo sia una malattia praticamente debellata sull’intero pianeta. Il virus infatti sembra essere del tutto scomparso nel mondo, a parte alcuni ceppi del virus che sono conservati per ragioni scientifiche sia negli Stati Uniti che in Russia. La lotta al vaiolo rappresenta uno dei successi più evidenti della medicina moderna, ed uno dei pilastri sui quali ancora oggi si basa la lotta alle malattie infettive, ovvero la prevenzione grazie all’uso di vaccini, una forma debole del virus che viene inoculata e che permette all’organismo di costruire le sue difese immunitarie in modo da contrastare efficacemente le successive infezioni.

Bill Gates finanzia la lotta alla malaria

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Il fondatore della Microsoft, Bill Gates ha recentemente dichiarato in un’intervista rilasciata alla BBC che nei prossimi tre anni potrebbe essere realizzato un vaccino contro la malaria.
Il celebre magnate, considerato da molti come l’uomo più ricco del mondo, finanzia da qualche anno, attraverso una fondazione da lui creata, studi e ricerche contro la malaria, una delle malattie più diffuse al mondo ed ancora oggi responsabile di circa un milione di morti all’anno, prevalentemente tra i bambini.

Artite reumatoide e vaccino antinfluenzale

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Una nuova ricerca condotta da ricercatori dell’University Medical Center di Groningen in Olanda ha scoperto che nei pazienti affetti da artrite reumatoide che assumono uno dei farmaci più comuni utilizzati contro il disturbo, rituximab, il vaccino antinfluenzale è inefficace nei primi sei mesi dopo la cura con il farmaco.
L’artrite reumatoide, causata da un malfunzionamento del sistema immunitario che attacca gli organi ed i tessuti del corpo, colpisce nel mondo 4,6 milioni di persone.

Il vaccino MPR non è associabile al rischio di autismo

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Un recente studio fornisce un’ulteriore prova che il vaccino MPR, (morbillo, pertosse, rosolia) non è associabile ad un aumentato rischio di autismo.

La preoccupazione che questo accadesse proviene da uno studio realizzato circa 10 anni fa da parte di un medico inglese, il dottor Andrew Wakefield, che aveva suggerito, in base ad uno studio condotto su 12 bambini, esserci un legame tra il vaccino e malattie intestinali ed autismo.

Vaccini per l’influenza suina in eccesso

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La Francia, insieme ad altri paesi europei come Germania ed Olanda sono pronti a vendere migliaia di dosi di vaccino contro l’influenza suina.
La decisione è stata presa di recente, come è rimbalzato anche si maggiori quotidiani nazionali italiani negli scorsi giorni, dopo che le autorità sanitarie locali hanno deciso che le scorte di vaccino antinfluenzale sono più che sufficienti a contrastare un eventuale ritorno dell’infezione nel paese.

Una scelta che è la diretta conseguenza delle recenti dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha valutato come il picco della pandemia sembra essere stato raggiunto, sia in Europa che negli Stati Uniti.

L’influenza suina causa più decessi tra gli anziani

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Uno studio sull’influenza H1N1 in Messico ha rilevato che se i bambini e le persone di età inferiore ai 40 anni hanno più probabilità di ammalarsi, è tra gli anziani che si verifica il più alto tasso di mortalità.
La ricerca, pubblicata on-line sulla rivista The Lancet, riporta l’analisi delle cartelle cliniche dei pazienti ricoverati negli ospedali messicani rilevate dal Mexican Institute for Social Security tra il 28 aprile ed il 31 luglio di quest’anno.
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