Nuovi studi sull’influenza suina

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Dagli Stati Uniti, che sembrano attualmente essere tra i paesi più colpiti dall’influenza suina, arrivano due nuovi studi che riguardano la pandemia. Il primo dei due riguarda la scoperta di un caso in cui il virus H1N1 resistente ad un farmaco si è trasmesso da persona a persona, il secondo studio riguarda invece la scoperta che nei bambini il virus si diffonde anche dopo due settimane dopo l’insorgere dei primi sintomi, anche se per ora non si sa ancora se tale diffusione sia significativamente contagiosa o meno.

Nuovo rapporto OMS sull’influenza suina

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Il numero di decessi causati dall’influenza suina continua a crescere, secondo un recente rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tanto che in quest’ultima settimana la quota di decessi ha toccato le 700 unità. Fino al 25 ottobre i casi di decesso per influenza suina segnalati sono stati 5700, con un incremento notevole nell’ultima settimana, con almeno 700 nuovi casi.
L’aumento maggiore si è registrato nelle Americhe, dove sono stati contati 4.175 decessi, con un’impennata di 636 casi solo nell’ultima settimana.

Il vaccino riduce i casi di condiloma genitale

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I casi di condiloma genitale sono calati bruscamente dopo l’attivazione dei programmi di vaccinazione contro il papillomavirus umano somministrati a donne adolescenti e giovani.
E’ quanto accaduto in Australia dal 2007, secondo uno studio pubblicato online per la rivista Sexually Transmitted Infections.
I ricercatori hanno analizzato i dati sui pazienti sottoposti a trattamenti contro le infezioni da papillomavrus tra il 2004 ed il 2008 presso il Melbourne Sexual Health Center.

Sperimentato un vaccino contro la cocaina

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Uno studio clinico del National Institute on Drug Abuse statunitense, ha effettuato un esperimento, che ha dato risultati soddisfacenti, che consisteva nella somministrazione di un vaccino ai consumatori di cocaina per verificare se esso fosse in grado di ridurre in questi il consumo della sostanza stupefacente.
Il vaccino “anti-cocaina” funziona allo stesso modo dei vaccini impiegati per altre malattie, inducendo l’organismo a produrre anticorpi che, in questo caso, agiscono contro le molecole della cocaina presenti nel sangue impedendo loro di raggiungere il cervello. E’ forse la prima volta che si registra un successo in questo campo.

Il successo parziale di un vaccino sperimentale stimola la lotta contro l’AIDS

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Un vaccino sperimentale contro l’HIV testato su più di 16.000 giovani volontari in Thailandia ha ridotto il rischio di infezione ad un terzo.
Sebbene i dati non siano ancora soddisfacenti, i ricercatori che hanno condotto lo studio si sono dichiarati entusiasti dei risultati perchè è la prima volta che un vaccino contro l’HIV offre dati statisticamente così positivi.
Non si può parlare di una svolta, chiaramente, ma nella lotta contro l’AIDS, che per due decenni è stata contrassegnata da una frustrante serie di fallimenti, anche un risultato modesto come questo può indurre la speranza che la strada da percorrere per scoprire un trattamento efficace non è poi così buia.

Scoperti due nuovi anticopri contro il virus dell’HIV

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Sconfiggere il terribile virus dell’HIV è una delle battaglie per la salute di vitale importanza per l’umanità. Un altro tassello che potrebbe in futuro rendere possibile ottenere questo risultato è stato individuato da un gruppo di ricercatori guidati dall’importante organizzazione internazionale International Aids Vaccine Initiative (IAVI), che potrebbero aver scoperto un potenziale tallone di Achille del virus.
I risultati dello studio pubblicato sulla rivista Science, si riferiscono alla scoperta di due anticorpi che vengono prodotti da alcune persone affette dal virus dell’HIV.

A che punto siamo con la pandemia di influenza suina?

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L’autorevole organo statunitense di controllo della salute, il Centers for Disease Control and Prevention ha rilasciato oggi nuove valutazioni sullo scenario mondiale presente e futuro per quanto riguarda lo sviluppo dell’influenza suina.
Il virus H1N1 sembra rimanere stabile, e non presentare mutazioni, una delle maggiori preoccupazioni delle autorità sanitarie mondiali da quando il virus aveva fatto la sua comparsa in Messico lo scorso aprile.
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