La chemioterapia, pur effettuata in gravidanza, non avrebbe alcun effetto collaterale negativo sullo sviluppo psicofisico del futuro nascituro.
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Stando a quanto dichiarato dai ricercatori della Katholieke Universiteit Leuven (una delle più importati e prestigiose università fiamminghe dell’era contemporanea), infatti, nessuna donna dovrà mai più compiere quest’ardua scelta poiché la chemioterapia, per quanto possa essere aggressiva e debilitante per l’organismo della madre, si sarebbe rivelata essere oltremodo innocua e totalmente sicura sia per la salute che per lo sviluppo psicofisico del nascituro.
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In particolare, come confermato dai redattori dell’edizione dedicata all’oncologia dell’eminente rivista scientifica The Lancet, ovverosia The Lancet Oncology, non sarebbe assolutamente vero, a differenza di quanto sino ad oggi teorizzato, che la chemioterapia possa avere ripercussioni, anche gravemente negative, sul feto di età superiore alle 12 settimane.
I neuroscienziati, gli psicologi, gli psichiatri e tutte le altre numerose figure professionali coinvolte nel succitato studio sulla tossicità della chemioterapia in gravidanza, in particolare, avrebbero dimostrato la totale innocuità dei trattamenti chemioterapici per il feto sottoponendo 70 diversi individui (tutti nati da madri costrette a subire la chemioterapia pur essendo in gravidanza) ad una serie di complicati test psicologici.
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Ebbene, stando all’analisi dei risultati ottenuti negli ultimi 8 anni di ricerca, il quoziente di intelligenza medio degli individui sottoposti ai quiz ed alle indagini di cui sopra sarebbe risultato essere esattamente identico al quoziente di intelligenza medio della popolazione europea, lasciando dunque intendere, in definitiva. come la chemioterapia in gravidanza sia totalmente innocua nei confronti del feto.