Digiunare per potenziare gli effetti della chemioterapia

Un team di esperti internazionali facenti riferimento all’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova, uno dei più rinomati centri europei per lo studio, la prevenzione, il trattamento e la cura delle più terribili patologie pediatriche, avrebbe in questi giorni pubblicato sulle colonne della rivista scientifica di settore Science Translational Medicine, con la collaborazione dei colleghi della prestigiosa University of Southern California di Los Angeles (più volte nominata College of the Year dal prestigioso settimanale di informazione politica, economica e finanziaria TIME), i risultati di un’interessantissima ricerca, suggerita oltre 10 anni fa dal Direttore del Laboratorio di Oncologia dell’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova Vito Pistoia, volta a dimostrare l’efficacia della riduzione calorica nel trattamento delle neoplasia di qualsiasi natura.

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Ebbene, stando a quanto dichiarato dai responsabili dell’ambiziosissimo progetto, il digiuno contribuirebbe, in maniera oltremodo decisiva per la guarigione finale del paziente, al miglioramento dell’efficacia della chemioterapia, rendendola maggiormente mirata nonché maggiormente priva di effetti collaterali.

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L’idea di base, verificata, come accennato, nel corso dell’ultimo decennio dal prof. Vito Pistoia e dal proprio team di esperti di oncologia, sarebbe quella che le cellule sane, in assenza di nutrimento, cesserebbero qualsiasi sorta di attività, dalla riproduzione alla produzione di energia, di fatto congelando l’intero organismo.

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Questo meccanismo non riguarderebbe però, come dimostrato dalla più recenti revisioni sistematiche sull’argomento, le cellule tumorali, refrattarie a qualsiasi strategia l’uomo abbia mai sperimentato allo scopo di bloccarne la proliferazione.

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Ciò, comunque, sarebbe in questo caso una fortuna poiché (e questo sarebbe il grandissimo risultato al quale sarebbero arrivati i medici italiani del Gaslini) la differenza tra inattività delle cellule sane e anomala attività delle cellule tumorali, evenienza che si verificherebbe nel caso in cui il paziente digiuni almeno 48 ore prima di ogni ciclo di chemioterapia, consentirebbe sia di salvaguardare i tessuti integri, grazie ad un complicato meccanismo di autoprotezione, sia di aiutare i farmaci ad individuare, e di conseguenza ad aggredire con maggiore efficacia, gli organi ed i tessuti danneggiati dalla neoplasia.

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