Non tutti, però, sarebbero a conoscenza del fatto che il glioblastoma colpirebbe, in via quasi del tutto esclusiva, la popolazione di età superiore ai 50 anni di età.
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Purtroppo sarebbe altresì una delle più comuni e diffuse, per lo meno tra tutte quelle afferenti il cervello, poiché, ogni anno, interesserebbe, solamente in Italia, oltre 7.000 persone.
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Non tutti, però, sarebbero a conoscenza del fatto che il glioblastoma colpirebbe, in via quasi del tutto esclusiva, la popolazione di età superiore ai 50 anni di età.
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Questo poiché, come recentemente dimostrato da un team di ricerca internazionale, brillantemente guidato dagli esperti dell’Istituto di Cibernetica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pozzuoli e dell’Istituto di Chimica Biomolecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pozzuoli, le cellule staminali nervose, che verrebbero prodotte dall’organismo solamente in giovane età, sarebbero in grado, migrando verso quelle zone del cervello particolarmente danneggiate dal glioblastoma, di attivare taluni particolari mediatori lipidici, comunemente denominati endovanilloidi, a loro volta in grado, una volta correttamente entrati in funzione, di causare l’apoptosi, ovverosia la morte programmata, delle cellule tumorali.
Codesta scoperta scientifica sarebbe stata immediatamente applicata in un gruppo di cavie da laboratorio, ormai adulte e dunque incapaci di produrre un adeguato numero di cellule staminali nervose, ed avrebbe dato i risultati sperati giacché l’iniezione, direttamente nel cervello delle su indicate cavie, di cellule staminali nervose artificialmente ricreate in laboratorio, avrebbe contribuito a ridurre l’estensione del glioblastoma.