Alcuni studiosi statunitensi avrebbero dimostrato la correlazione tra fumo passivo e leucemia linfoblastica acuta.
Che potesse scatenare, in alcuni particolari casi, la leucemia anche nell’adulto era stato intuito.
Oggi, però e purtroppo, si è arrivati a dimostrare, inconfutabilmente, come il fumo possa rappresentare una minaccia di morte anche per quanti ancora non siano venuti al mondo poiché, grazie agli sconvolgenti risultati di una ricerca recentemente pubblicata, ad opera dei medici dell’Università di Berkeley, sull’edizione digitale della rivista Journal of Oncology, si è venuti a conoscenza del fatto che i neonati concepiti da un padre fumatore avrebbero decisamente più probabilità, calcolate intorno al 15%, di sviluppare una Leucemia Linfoblastica Acuta, una delle più comuni forme di leucemia tra i bambini che, come molti sapranno, rappresenta il 70% delle patologie oncologiche pediatriche.
Il lavoro dei ricercatori, ovverosia una revisione sistematica delle precedenti ricerche e delle precedenti analisi condotte sull’argomento, ha messo a confronto 300 bambini affetti da leucemia con circa 800 bambini sani, analizzando, di ognuno di essi, le abitudini e gli stili di vita di entrambi i genitori al momento del concepimento, per scoprire l’eventuale correlazione tra questi ultimi e l’insorgenza, in età pediatrica, del tumore del sangue.
L’esito, tutt’altro che scontato, ha lasciato emergere come moltissimi dei malati di leucemia intervistati, circa il 40%, fossero stati concepiti da un padre grande fumatore (vengono definiti grandi fumatori coloro i quali consumano più di 20 sigarette ogni giorno), sebbene ciò non escluda, minimamente, le altre cause note di insorgenza della patologia.