Il neuroblastoma è un tumore maligno che colpisce le cellule del sistema nervoso simpatico ( neuroblasti ). Tali cellule sono diffuse in quasi tutto l’organismo e quindi la malattia può iniziare a svilupparsi da più punti diversi (nella maggioranza dei casi inizia dalle ghiandole surrenali, o nei gangli siti nell’addome, ma anche in quelli della colonna vertebrale, del collo, eccetera). Essenzialmente l’anomalia si sviluppa già in epoca fetale, quindi stiamo parlando di un tumore che colpisce i bambini. Quali cause e o fattori di rischio?
Fattori di rischio del neuroblastoma
Il neuroblastoma è un tumore raro, che colpisce più di frequente i bimbi molto piccoli. Rarissimo, ma comunque documentato sopra i 10 anni. In tal senso possiamo definire l’età infantile come un fattore di rischio per questo tipo di malattia. L’ereditarietà è un aspetto ancora controverso: nella maggioranza dei casi non vi è familiarità, che invece si presenta solo nell’1-2% dei casi. In tali situazioni si parla però di più parenti che hanno sviluppato nell’infanzia questa patologia.
Da sottolineare come i bambini con neuroblastoma familiare sviluppino 2 o più di questi tumori in diversi organi (per esempio, in entrambe le ghiandole surrenali o in più di un ganglio simpatico). E ‘importante distinguere neuroblastomi che iniziano in più di un organo da neuroblastomi che sviluppano da uno solo e poi si diffondono in altri (neuroblastomi metastatici). Quando i tumori si sviluppano in più luoghi contemporaneamente è più facile che si tratti quindi di una forma familiare, il che suggerisce, per le future gravidanze delle consulenze e test genetici ad hoc.
Cause
Le cause della maggior parte dei neuroblastomi non sono note, ma gli studiosi hanno individuato differenze importanti tra le cellule di neuroblastoma ed i neuroblasti normali (prime forme di cellule nervose) da cui si sviluppano, oltre che tra quelli che rispondono positivamente alle cure e quelli che invece vengono considerati incurabili (questo ha permesso di inserire in fase diagnostica alcuni marcatori tumorali in grado quindi di suggerire il miglior piano terapeutico del caso).
Ciò che si sa è che i neuroblasti (cellule nervose) si formano in età fetale e finiscono di svilupparsi entro i tre mesi dalla nascita del bambino. Alcune di queste cellule non riescono a maturare, ma continuano a dividersi e proliferare: tante alla lunga matureranno, altre moriranno senza creare problemi, raramente svilupperanno neuroblastomi. Questo può dipendere da un’anomalia del DNA che le compongono: la maggior parte dei casi di neuroblastoma mostra variazioni cromosomiche rispetto alla norma, capaci di influire su alcuni geni. Gli scienziati stanno ancora cercando di determinare quali geni sono interessati da questi cambiamenti cromosomici, e come questi cambiamenti influenzano la crescita delle cellule di neuroblastoma, benché ne siano stati identificati alcuni (ALK e PHOX2B ad esempio) caratteristici delle forme ereditarie, che ricordiamo sono estremamente rare. Più in generale infatti i neuroblastomi non sono causati da cambiamenti del DNA ereditato, ma da cambiamenti genetici che avvengono precocemente nello sviluppo del bambino, spesso prima della nascita. Sono stati identificati alcuni geni, in grado di essere più o meno trattati e comunque predittivi dello sviluppo del tumore, ma ancora non è chiaro cosa provochi tali alterazioni.
Stile di vita in gravidanza, una causa?
Se tutto avviene già a livello fetale, viene spontaneo domandarsi se una futura mamma con il suo stile di vita o esponendosi involontariamente ad alcuni agenti esterni possa mettere a rischio il bimbo in tal senso. Purtroppo, non si ritiene che i cosiddetti “fattori modificabili” (fumo, dieta, obesità, sedentarietà) possano avere un’incidenza sui tumori infantili (compreso il neuroblastoma) come su quelli degli adulti, perché devono incidere per molti anni per poter apportare modifiche alle cellule. Altresì nessun fattore ambientale, come l’esposizione durante la gravidanza o nella prima infanzia, a determinate sostanze è stato identificato come un possibile rischio di sviluppare un neuroblastoma.
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Foto: Thinkstock
Fonte: Cancer.org