I medici italiani hanno avanzato la proposta che dai pacchetti di sigarette vengano eliminati i loghi delle case produttrici.
Sono circa 12 milioni, infatti, i fumatori italiani (ognuno di essi consuma, in media, circa un pacchetto da 20 sigarette al giorno), molti dei quali, circa 70.000, muoiono ogni anno a causa del fumo o di patologie connesse.
Molti, moltissimi di essi, così come la maggior parte della popolazione mondiale, sono infatti consapevoli del fatto che il fumo può provocare, anche in minime dosi o passivo, il cancro ai polmoni mentre pochissimi sono a conoscenza del fatto che il fumo può provocare ictus, cancri della bocca e dello stomaco, patologie cardiocircolatorie e che, secondo le statistiche (sebbene ciò non sia ancora stato spiegato), i fumatori hanno maggiori probabilità di morire di morte violenta rispetto ai non fumatori.
Il fumo, però e purtroppo, causa anche la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) patologia cronica, irreversibile, che causa gravissime difficoltà respiratorie al paziente, che può favorire l’insorgenza del cancro o condurre direttamente alla morte.
Ed è proprio dall’annuale conferenza italiana sul tema che è giunta una proposta, assolutamente radicale, per cercare di prevenire qualsiasi problema respiratorio: eliminare dai pacchetti di sigarette il logo della casa produttrice (che conserverebbe solamente il 20% dello spazio disponibile) così da trasformare il pacchetto in un vademecum portatile dei danni del fumo.
Considerando, però, come una tale campagna debba venir rivolta, in particolare, ai giovani, sui pacchetti dovrebbero venir citati tutti i principali difetti estetici causati dal fumo, facendo così leva sulla vanità degli adolescenti e riuscendo a far penetrare un messaggio altrimenti inascoltato.