Il terzo fumo sarebbe più pericoloso del fumo passivo. Lo studio americano.
Oltre al fumo e al fumo passivo esiste anche un’altra tipologia di fumo: si tratta del cosiddetto terzo fumo, tanto pericoloso quanto gli altri due.
Il fumo primario è ovviamente dannoso per il fumatore, il fumo passivo danneggia chi lo respira suo malgrado e il terzo fumo è invece quello che si crea dai residui che restano per anni sulle superfici cui viene esposto e che va ad impregnare.
Insomma è il fumo che resta nell’ambiente. A rivelare la pericolosità del terzo fumo è uno studio condotto dai ricercatori statunitensi del Lawrence Berkeley National Laboratory e pubblicato sulla rivista Mutagenesis secondo cui il fumo resta estremamente pericoloso in ogni ambiente quando non è più visibile.
I residui del fumo infatti provocano danni genetici permanenti alle cellule umane e tendono a diventare ancor più pericolosi con il trascorrere del tempo: in pratica l’esposizione cronica sembra essere addirittura peggiore di quella acuta.
Lo studio americano è il primo del genere a gettare luce sulla pericolosità del terzo fumo e sul fatto che sia mutageno: i ricercatori spiegano che la pericolosità sta soprattutto nelle nitrosammine del tabacco, cioè composti chimici che si trovano nel fumo di terza mano e che sono noti agenti cancerogeni.
FUMO TERZA MANO PERICOLOSO QUANTO IL FUMO PASSIVO?
Fumare in un ambiente chiuso va ad impregnare i mobili, le superfici, le tende o i tappeti con effetti dannosi soprattutto per i bambini che possono presentarsi nel corso degli anni.
Il test è stato condotto su due test in vitro che potessero testare la genotossicità del fumo di terza mano: in tutti e due i casi i risultati hanno confermato che il fumo di terza mano può causare la rottura dei filamenti del Dna, arrivando alla loro mutazione dei geni. La stessa genotossicità viene generalmente associata ad alcuni tipi di malattie e si ipotizza che sia alla base di alcuni tipi di cancro.
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