Possibile correlazione cancro – cellulare

di Redazione

Il tenace procuratore torinese potrebbe infatti aver individuato il primo paziente in Italia, se non uno dei primissimi al mondo ad essere affetto da tumore al cervello, in particolare da glioblastoma, direttamente correlabile all'intensivo utilizzo del proprio cellulare

Possibile correlazione cancro - cellulare

La cartella clinica del paziente zero (fortunatamente già in via di guarigione) sarebbe capitata fra le mani del sostituto procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello che, sull’intricata questione, avrebbe immediatamente aperto un fascicolo giudiziario.

WI-FI E DANNI SEMINALI

Il tenace procuratore torinese, già noto alle cronache per simili vicende, potrebbe infatti aver individuato il primo paziente in Italia, se non uno dei primissimi al mondo (negli ultimi 15 anni, infatti, solamente poco più di 20.000 segnalazioni sarebbero giunte all’orecchio delle competenti istituzioni internazionali), ad essere affetto da tumore al cervello, in particolare da glioblastoma, direttamente correlabile all’intensivo utilizzo del proprio cellulare.

CELLULARI CANCEROGENI SECONDO IL CSS

L’uomo, un corriere torinese di 45 anni, avrebbe dichiarato sia ai propri medici che agli inquirenti di Guariniello, di aver utilizzato, nel corso degli ultimi 20 anni, ogni giorno il cellulare per non meno di 7 ore al giorno.

INCHIESTA DI REPORT SUI CELLULARI

Davvero uno sproposito (sebbene necessario al corretto svolgimento delle proprie mansioni lavorative), che secondo il magistrato della succitata città del Nord Italia, lo avrebbe condotto allo sviluppo del problematica analizzata.

Certo è vero che, per evitare inutili quanto dannosi ed immotivati allarmismi, le competenti istituzioni nazionali ed internazionali quali IARC (International Agency for Reasearch on Cancer), CSS (Consigli Superiore di Sanità) e OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che in questo ore starebbero analizzando gli incartamenti, avrebbero provveduto a raffreddare gli animi sostenendo come, nonostante gli studi degli ultimi anni abbiano consentito di inserire le onde elettromagnetiche dei cellulari nella Categoria 2B (sostanze potenzialmente cancerogene), nessuna diretta correlazione trai due fenomeni sarebbe ancora stata dimostrata in alcuna sede.

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