Sappiamo da tempo che il fumo di sigaretta rappresenta una delle cause più rilevanti di tumore al polmone (e non solo), ma siamo consapevoli del fatto che questa neoplasia possa colpire anche chi non si è mai fatto affascinare dalle “bionde”. Cosa occorre sapere al riguardo? Quali i rischi ulteriori? Scopriamoli insieme.
I fattori di rischio del tumore al polmone
Dunque anche chi non fuma può incappare in un tumore al polmone e molti tabagisti individuano in tale dato di fatto una scusa per non smettere di fumare. Erroneamente. Esistono altri fattori, ambientali e non, che giocano un ruolo importante nella genesi di questa malattia – è vero- ma è chiaro che nei fumatori moltiplicano all’ennesima potenza il rischio di sviluppare un cancro. Smettere di fumare è il primo passo per tenerlo lontano, ma anche conoscere gli altri aspetti pericolosi che possono incidere in chi non ha mai fumato. I ricercatori hanno fatto molti progressi negli ultimi dieci anni nel capire che cosa provoca il cancro ai polmoni anche nei non fumatori:
Il gas Radon
La principale causa di cancro al polmone nei non fumatori è l’esposizione al gas radon, secondo la US Environmental Protection Agency (EPA). Rappresenta circa 20.000 morti per cancro al polmone ogni anno. Il radon si presenta naturalmente all’aperto in quantità innocue, ma a volte si concentra in case costruite su terreni con giacimenti di uranio naturale. Gli studi hanno evidenziato come il rischio di cancro ai polmoni è più alto in coloro che hanno vissuto per molti anni in una casa radon-contaminata.
Il fumo passivo
Ogni anno, secondo le stime, 3.400 adulti non fumatori muoiono di cancro al polmone a causa del fumo passivo. Le leggi che vietano il fumo nei luoghi pubblici hanno contribuito a ridurre questo rischio. E’ opportuno sollecitare la scelta individuale di non fumare in luoghi chiusi non pubblici (come la propria autovettura o casa, se vi permangono anche non fumatori-bambini in primis).
Esposizione ad agenti cancerogeni sul lavoro
Per alcune persone, il posto di lavoro è una fonte di esposizione ad agenti cancerogeni come l‘amianto o lo scarico di motori diesel. Tale rischio è diminuito negli anni grazie alle politiche di sicurezza sul lavoro, ma i pericoli rimangono.
L’inquinamento atmosferico
Da tempo è noto come sia l’inquinamento dell’aria indoor che quello outdoor contribuiscano al cancro ai polmoni; di recente uno studio pubblicato sull‘American Journal of respiratorie e Critical Care Medicine ha misurato il particolato fine che contribuisce a morti per cancro al polmone nei non fumatori. Utilizzando i dati di un ampio studio dell‘American Cancer Society, i ricercatori hanno concluso che anche piccole quantità di sostanze cancerogene nell’aria aumentano in modo significativo il rischio.
Mutazioni geniche
I ricercatori stanno imparando sempre di più su ciò che induce le cellule a diventare cancerose e in che modo le cellule tumorali del polmone differiscono tra non fumatori e fumatori. Ad esempio, un articolo pubblicato su Clinical Cancer Research, spiega come un particolare tipo di mutazione genetica sia molto più comune nel cancro del polmone dei non fumatori rispetto a quello dei fumatori. Questa mutazione riguarda un gene che normalmente attiva la crescita e la divisione delle cellule: l’alterazione genetica provoca una attivazione costante ed una crescita eccessiva delle cellule tumorali.
Cambiare stile di vita
I non fumatori hanno già eliminato il fattore di rischio più grande per il cancro del polmone: le sigarette. Ricordiamo infatti che i fumatori maschi hanno una probabilità 23 volte più alta rispetto ai non fumatori di ammalarsi (13 volte le donne), ma anche i non fumatori possono apportare modifiche di stile di vita per contribuire a ridurre ulteriormente il proprio rischio. Quali? Verificare la presenza di gas radon in casa, evitare il fumo passivo e seguire le indicazioni per la sicurezza sui luoghi di lavoro a rischio.
Una dieta sana ricca di frutta e verdura può anche contribuire a ridurre il rischio di cancro ai polmoni, sia nei non fumatori che nei fumatori.
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Foto: Thinkstock
Fonte: Cancer.org