Un tumore dell’ano può essere riscontrato durante un esame rettale di routine o in seguito a procedure di controllo o terapie per altri disturbi. I sintomi di questa neoplasia sono comuni alle emorroidi o alle ragadi, sostanzialmente sangue e/o muco dal retto, o noduli in prossimità dell’ano. Per sicurezza è sempre opportuno parlarne quanto prima con il proprio medico specialista, onde arrivare quanto prima ad una diagnosi precisa e procedere con le cure: in caso di tumore la diagnosi precoce è spesso sinonimo di prognosi più favorevole. Ecco cosa occorre sapere.
Come si fa la diagnosi del cancro anale?
Diversi i passi da fare per giungere ad una siagnosi di tumore dell’ano. Importante inizialmente è una valutazione proctologica, che va fatta da un medico chirugo specialista. L’anoscopia-rettoscopia in caso di dubbio rappresentano spesso il passo successivo anche in concomitanza (o alternanza) di un’ecografia endoanale o endorettale. Attraverso queste pratiche diagnostiche si può prelevare una parte (o tutto) del tessuto sospetto per poi analizzarlo al microscopio con una biopsia. Solo questa può dare una diagnosi certa, oltre a numerose altre informazioni utili per la scelta della terapia conseguente. Necessario, una volta avuta la diagnosi, una risonanza magnetica, PET e/o TAC per valutare la diffusione eventuale della malattia. Vanno valutati anche la funzionalià epatica ed i linfonodi, quelli pelvici in particolare.
Quali cure?
Il cancro anale è curato essenzialmente con una combinazione di chemioterapia e radioterapia (chemioradioterapia): questo è utile anche al fine di evitare (o comunque ridurre la necessità) una colonstomia. La chirurgia è riservata ai pazienti che per qualche motivo non possono sottoporsi a radio e chemio, se queste non hanno funzionato o se il tumore è molto piccolo o molto diffuso. La chemioterapia può essere utile anche come cura palliativa per alleviare i sintomi in caso di cancro avanzato non curabile.
. Chemioterapia
Di solito sono necessari due cicli, ciascuno della durata di 4 o 5 giorni per i quali non è necessario rimanere in ospedale: abitualmente si esegue tramite un catetere inserito nel braccio (che viene rimosso alla fine di tutto il trattamento) con una pompa contenente il farmaco, che viene collegata in ospedale e con la quale si può poi andare a casa. Tra i 2 cicli è necessaria la pausa di un mese.
. Radioterapia
Si somministra in breve sessioni, 5 giorni a settimana (con riposo nel week-end) per 5 o 6 settimane.
. Effetti collaterali delle terapie
Sia la chemioterapia che la radioterapia come è noto, possono avere effetti collaterali. Tra questi troviamo:
- stanchezza
- irritazione cutanea nell’ano e nell’area perianale
- caduta dei capelli e dei peli (chemio)
- sensazione di malessere generale
- diarrea
- nausea
Questi effetti indesiderati sono generalmente temporanei, ma c’è anche il rischio di problemi a lungo termine, come ad esempio l’infertilità. E’ necessario sempre discutere con i medici tutti i pro ed i contro delle terapie prima di intraprenderle, anche se sono necessarie in quanto salvavita. Abitualmente insieme a queste terapie ne vengono somministrate altre per bilanciare gli effetti collaterali.
Altri possibili effetti collaterali a lungo termine possono includere:
problemi di controllo intestinale con diarrea cronica
disfunzione erettile
dolore vaginale durante i rapporti sessuali
pelle secca e pruriginosa intorno all’inguine e l’ano
sanguinamento dall’ano, retto, vagina o della vescica
. Chirurgia
La chirurgia è un’opzione di trattamento meno comune per il cancro anale. Di solito è considerata solo se il tumore è piccolo e può essere facilmente rimosso, o se la chemioradioterapia non ha funzionato. Se il tumore è molto piccolo e dai margini ben definiti, può essere tagliato durante una procedura chiamata escissione locale: è una procedura relativamente semplice, effettuata sotto anestesia generale che di solito richiede solo una degenza di pochi giorni. Se la chemioradioterapia non è stata efficace o si assiste ad una recidiva può essere necessario intervenire con una resezione chirurgica più ampia dell’escissione locale che comporta l’asportazione dell’ano, del retto, di parte del colon, e talvolta di alcuni dei linfonodi circostanti per ridurre il rischio di recidiva del tumore. La degenza è di almeno 10 giorni. L’operazione, comporta una colostomia: necessaria per applicare un sacchetto esterno all’addome per raccogliere le feci.
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Foto: Thinkstock
Fonte: Nhs.uk