Come spesso accade in materia oncologica, una prevenzione vera e propria anche del tumore alla prostata è impossibile perché non si sa con precisione cosa provochi la produzione anomala di cellule neoplastiche. Di certo però sono stati individuati dei fattori di rischio per il carcinoma prostatico, alcuni impossibili da modificare (avere più di 65 anni, essere di colore, avere familiarità con il tumore al seno o alla prostata, specie se con mutazione genetica Brca 1 o 2), altri facilmente evitabili come l’obesità o l’eccessivo consumo di carne rossa. Vediamo quali azioni quotidiane e non è possibile intraprendere in tal senso.
Consigli per la prevenzione
E’ possibile dunque ridurre il rischio di cancro alla prostata con le seguenti semplici accortezze nello stile di vita:
- Evitare cibi ad alto contenuto di grassi e invece concentrarsi sulla scelta di una varietà di frutta, verdura e cereali integrali. Frutta e verdura contengono molte vitamine e sostanze nutritive che possono contribuire alla salute generale. Una sostanza nutritiva che è costantemente legata alla prevenzione del cancro alla prostata è il licopene, che si trova nei pomodori crudi o cotti.
- Esercizio fisico costante: migliora la salute generale, l’umore e aiuta a mantenere il peso. Alcuni studi hanno evidenziato come gli uomini che praticano più esercizio hanno una minore incidenza di cancro alla prostata rispetto agli altri.
- Mantenere un peso sano.
- Farmaci e terapie: uomini con un alto rischio di cancro alla prostata possono considerare farmaci o altri trattamenti per ridurre tale pericolo. Alcuni studi suggeriscono che l’assunzione di inibitori della 5-alfa, tra cui finasteride (Propecia, Proscar) e dutasteride (Avodart), possono ridurre il rischio complessivo di sviluppare questa patologia. Tali farmaci sono utilizzati come terapia per la prostata ingrossata e la caduta dei capelli negli uomini. Tuttavia, alcune evidenze indicano che gli uomini che assumono questi farmaci possono avere un aumentato rischio di ottenere una forma più grave di cancro alla prostata (tumore della prostata ad alto grado). E’ dunque importante parlare con il proprio medico curante per valutare il rapporto tra rischio/ beneficio del caso.
Diagnosi precoce del tumore alla prostata
Un ruolo particolarmente prezioso in termine di sopravvivenza al tumore alla prostata lo gioca la diagnosi precoce, grazie a quella che viene definita come prevenzione secondaria. E’ per questo motivo che è consigliato sempre effettuare dei controlli regolari dal proprio medico curante (o meglio ancora presso uno specialista andrologo/urologo) almeno una volta ogni 12 mesi dopo i 45 anni specialmente se si ha familiarità con la malattia oncologica (prostata, seno, ovaio in particolare) o se si hanno disturbi nella sfera urinaria-sessuale.
Una prassi consigliata è anche quella dell’analisi del sangue che verifichi i livelli di PSA. Sulla efficacia in termini diagnostici di questo test il dibattito è aperto sin dagli anni 90, in quanto, seppur adeguatamente significativo di un sospetto neoplastico, i suoi valori sono spesso innalzati anche in caso di una meno preoccupante infezione o iperplasia prostatica benigna.
Certo è che instilla un dubbio diagnostico che va approfondito, con visita urologica ed eventualmente ecografia prostatica ed altre indagini diagnostiche. Per una conferma è necessaria una biopsia della prostata (eco guidata). I sintomi non sono rivelatori per una diagnosi precoce in quanto facilmente sovrapponibili ad altre patologie ed in grado di rivelarsi solo a malattia avanzata.
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