Scarsa vitamina D aumenta il rischio di Parkinson

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Bassi livelli di vitamina D possono aumentare il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson in età avanzata. E’ quanto rivela un nuovo studio condotto da ricercatori finlandesi e recentemente apparso sulla rivista medica Archives of Neurology.
Una ricerca condotta su un campione di 3.000 persone che ha verificato come bassi livelli di vitamina D aumentano di almeno tre volte il rischio.

Il motivo non è chiaro, anche se gli studiosi pensano che la vitamina avrebbe un ruolo nel proteggere le cellule nervose.

Gli scienziati finlandesi, provenienti dall’Istituto Nazionale per la Salute ed il Benessere hanno misurato i livelli di vitamina D nel campione di pazienti dal 1978 al 1980 ed hanno in seguito monitorato le stesse persone per i 30 anni seguenti.

La maggior parte della vitamina D viene prodotta dall’organismo quando la pelle è esposta alla luce solare, in alcuni casi anche alcuni alimenti, come pesce, cereali e latte contribuiscono alla produzione della vitamina, anche se in misura minore.

Con l’avanzare dell’età tuttavia accade che la pelle sia meno capace di produrre la vitamina D.

La scoperta dei ricercatori finlandesi si aggiunge ad altri studi che negli ultimi anni hanno dimostrato come questa particolare vitamina sia benefica per l’organismo anche per altri aspetti: aiuta l’assorbimento del calcio, la formazione delle ossa, ha un ruolo di notevole importanza nella regolazione del sistema immunitario e nello sviluppo del sistema nervoso.

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